Le chiamano “panchine”, sono le liste straordinarie che le Regioni utilizzano per ottimizzare le dosi dopo l’ordinanza di Figliuolo. Ma chi rientra tra coloro che verranno contattati?
«Basta dosi avanzate e buttate. Se serve, vaccinare chiunque passi». Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, ha parlato chiaro giorni fa. Obbiettivo: 500mila vaccinazioni al giorno, in un’Italia che riesce a farne a malapena 150mila ad oggi e che ha perso molto con il blocco temporaneo di AstraZeneca.
«Le dosi di vaccino eventualmente residue a fine giornata, qualora non conservabili, siano eccezionalmente somministrate, per ottimizzarne l’impiego evitando sprechi, in favore di soggetti comunque disponibili al momento, secondo l’ordine di priorità individuato dal menzionato Piano nazionale e successive Raccomandazioni». La richiesta, diventata ordinanza, è stata presa in carico dalle singole Regioni, che hanno concordato di organizzare delle liste straordinarie per sostituire, al volo e senza sprecare dosi, gli appuntamenti non rispettati in giornata. Le chiamano “panchine”, mutuando dal calcio la parola: pronti a sostituire i candidati mancanti. Ottimizzare è la parola d’ordine, anche se ogni Regione ha scelto un approccio diverso e personale.
Dopo le polemiche scoppiate per le ammissioni di alcuni operatori impiegati in centri vaccinali che hanno dichiarato di aver buttato via alcune dosi a fine giornata, abbiamo cercato di capire come funziona il sistema degli avanzi e chi sono le riserve in alcuni importanti centri vaccinali della Lombardia. A Milano all’ASST Santi Paolo e Carlo che ha punti vaccinali anche al COM (centro ospedaliero militare) e al drive through di Trenno, le dosi che restano a fine giornata sono davvero poche e, come ci fa sapere il direttore generale Matteo Stocco, l’organizzazione è meticolosa per non disperdere vaccino prezioso. «Nessuna dose sprecata nei nostri Centri Vaccinali. Se a fine giornata resta qualche dose (1 max 2) di vaccino scongelato chiamiamo immediatamente i prenotati del giorno successivo per anticipare loro la somministrazione».
Dal 27 dicembre la gestione delle dosi è una macchina organizzativa perfetta al Grande Ospedale Niguarda di Milano. «Una volta che le fiale vengono tirate fuori dal frigorifero, occorre diluirle per preparare un tot di dosi prestabilite che durano un massimo di sei ore. Quindi ciò costringe a non preparare tutte le dosi la mattina, ma le facciamo a mano a mano che arrivano le persone – ci fanno sapere dal Niguarda -. La fase della preparazione richiede molta attenzione perché oltre alla manualità occorre associare il numero del lotto alla persona vaccinata. La media delle dosi inoculate è di 700, la mattina lavoriamo in abbondanza perché almeno 500 persone prenotate si presentano, poi rallentiamo la preparazione verso l’ora di chiusura fissato alle 19, in modo da non avere delle scorte di vaccini in eccesso. Dalle 18 prepariamo le dosi al bisogno».
«Non è escluso che – si aggiunge – dovendo lavorare a multipli di sei, si arrivi ad avere vaccini in avanzo, ma al massimo sono cinque. Quando si vaccinava il personale ospedaliero in caso di una persona in eccesso si rimandava al giorno successivo, se invece a restare fuori erano tra le due e le quattro dosi, si chiamavano i colleghi che avrebbero dovuto essere vaccinati nei giorni successivi per anticipare la somministrazione. Ora, con gli over 80 evitiamo di farli tornare il giorno successivo, quindi, arrivati ad avere le ultime dosi avanzate, peschiamo nella lista delle persone di quella categoria che si sono prenotate ma non hanno ancora ricevuto l’appuntamento, e li invitiamo ad anticipare il vaccino».
«All’inizio tra le riserve c’erano i neoassunti dall’ospedale. Esauriti loro, ora ci rivolgiamo agli over 80 che vivono in zona e sono autonomi perché noi li contattiamo e nel giro di mezz’ora devono presentarsi. Per allertare i “nonni in panchina” abbiamo intrapreso una collaborazione anche con il municipio e il suo presidente. Si parte comunque sempre dalla lista che fornisce ATS di coloro che hanno fatto l’iscrizione sul portale. Con AstraZeneca i numeri sono molto più piccoli: dopo le forze dell’Ordine, da lunedì scorso abbiamo iniziato con l’Università. In programma questa settimana c’erano 700 persone al giorno, ma con la sospensione ci siamo fermati e non abbiamo potuto salvare le dosi già preparate».
Anche nel Lazio il sistema di “panchine” è stato brevettato sin dal 27 dicembre, il giorno di inizio della campagna vaccinale. L’assessore alla Salute Alessio D’Amato ci ha fatto sapere che la Regione si è organizzata dopo un consulto approfondito con il team responsabile delle vaccinazioni in Israele. Ad oggi un sistema d’esempio per rapidità e funzionalità.
«Abbiamo visto che il sistema sta funzionando», ha detto D’Amato. «Abbiamo un over-booking composto dallo stesso target di persone in vaccinazione, in caso di mancata presenza, non abbiamo avuto grandi problematiche». Si procede in questo modo: le persone in lista vengono chiamate dalle varie strutture vaccinali che, dopo aver fatto un check alle 14, fanno subentrare le persone che sono in lista per il giorno successivo. Oppure, se si tratta di over 80, viene attivata la modalità domiciliare.
In Campania l’ordinanza Figliuolo non ha colto di sorpresa Napoli. L’Asl Napoli 1 Centro ha tenuto a far sapere che la programmazione messa in campo sin dall’avvio della campagna vaccinale ha reso possibile una preparazione “puntuale” dei quantitativi necessari alle somministrazioni giornaliere. Quelle eventualmente in avanzo «saranno comunque somministrate su chiamata diretta della stessa Asl Napoli 1 Centro ai soggetti già presenti in piattaforma rispettando “categorie” e “cronologia di adesione”».
Sono perciò attive delle “liste di riserva”, con i nomi di cittadini pre-allertati e registrati secondo i criteri di appartenenza a fasce o categorie già indicate nel piano vaccinale. Si è resa inoltre necessaria un’ulteriore comunicazione. Qualcuno, infatti, interpretando troppo letteralmente quanto detto da Figliuolo, si è recato nelle vicinanze dei centri vaccinali intorno all’ora di chiusura, sperando di riuscire ad ottenere una dose avanzata. «La direzione strategica dell’Asl Napoli 1 Centro – è stata la richiesta – invita pertanto a non stazionare nei pressi del Centro Vaccinale allestito alla Mostra d’Oltremare, o qualunque altro centro di competenza Asl che dovesse essere disposto per la somministrazione dei vaccini, nella speranza di poter beneficiare di dosi in eccesso».
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