Gaetano Maria Fara, luminare di fama mondiale, scende in campo a favore dell’obbligo vaccinale. «Movimenti no vax sono sempre esistiti in tutto il mondo, per questo serve maggiore cultura vaccinale». Poi ricorda i risultati raggiunti dal vaccino anti poliomielite: «In pochi anni in Italia siamo passati da 10mila casi a 1-2»
È uno dei massimi esperti di vaccini. E non perde occasione per ribadire con forza la necessità di arrivare a una maggiore «cultura vaccinale». Gaetano Maria Fara, Professore Emerito in Igiene e Medicina Preventiva al Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive G. Sanarelli de “La Sapienza” di Roma e membro del Comitato Scientifico della Simedet, Società italiana di medicina diagnostica e terapeutica, smonta, in poche ma efficaci parole, gran parte delle teorie dei no vax, con una lucidità affatto offuscata dai suoi 85 anni. «Inizialmente non ero favorevole all’obbligo dei dieci vaccini, ma ha indubbiamente rimesso le cose a posto. Proprio nel 2018 le coperture vaccinali per i principali vaccini hanno superato il 95%», spiega a Sanità Informazione. Fara ricorda il caso della polio, di cui si è occupato in passato, e degli straordinari risultati raggiunti da quel vaccino e dalla scelta di renderlo obbligatorio: «Nel giro di 3-4 anni in Italia la polio da diecimila casi è scesa a 1-2 casi, poi è sparita completamente». Non nega la possibilità di effetti collaterali del farmaco vaccinale, ma spiega perché i benefici sono di gran lunga maggiori. «In questo momento lascerei ancora l’obbligatorietà – sottolinea – però lavorerei per arrivare al giorno in cui questo obbligo non sarà più necessario perché la gente e i vaccini li pretenderà convinta che gli effetti collaterali siano talmente secondari che una popolazione di 60 milioni di abitanti può accettarli».
La politica ancora discute sui vaccini. Eppure la copertura di gregge si sta raggiungendo grazie all’obbligo vaccinale, ma ancora malattie come il morbillo stanno ritornando alla grande. Perché la gente non si vaccina?
«I vaccini sono sempre stati dibattuti in passato. Ricordo che quando in Inghilterra hanno cominciato a vaccinare col vaiolo è subito sorto il movimento anti-vaccini. Questi movimenti hanno sempre avuto una certa voce in capitolo nella popolazione. L’obbligo da noi è sempre stato abituale. L’obbligo dei famosi quattro vaccini: difterite, tetano, epatite e polio. Questi vaccini sono sempre stati ‘ubbiditi’. Le voci anti vaccini erano limitate: adesso con questo passare di colpo da 4 a 10 vaccini obbligatori, le voci si sono rialzate. D’altra parte questo obbligo a cui io inizialmente non ero favorevole, ha indubbiamente rimesso le cose a posto. Proprio nel 2018 le coperture vaccinali per i principali vaccini hanno superato il 95%. Adesso toglierli con la gente che ormai si è equilibrata non mi sembra un’idea molto brillante. L’obbligatorietà può essere tolta contestualmente con la riduzione della cosiddetta esitazione vaccinale che è frutto da un lato della non competenza della popolazione, la vaccine esitancy che è parte della health esitancy. La popolazione non ha gli strumenti culturali per capire vantaggi e svantaggi di certe operazioni. Deve crescere, deve aumentare la propria culturale vaccinale. Non è una operazione molto veloce. È una operazione possibile e noi ci battiamo perché le persone vengano istruite, capiscano, si verifichi che hanno capito e che facciano propri questi concetti. Solo così si potrà arrivare a luoghi dove i vaccini non sono subìti ma voluti dalla popolazione. Il nostro sogno è che la popolazione li pretenda, li chieda. Ci sono persone che li pretendono e li chiedono ma purtroppo ci sono altri che non fanno così. Su questi lavorano gruppi anti-vaccinatori che a volte sono mossi da ideologie stravaganti, altre volte sono mossi da interessi concreti perché se io ti vendo una alternativa ai vaccini e te la pubblicizzo per me è un vantaggio».
Una delle tesi degli antivaccinisti è la pericolosità degli effetti avversi dei vaccini. Ma la percentuale di questi effetti è molto limitata….
«Gli effetti avversi esistono e sono esistiti. L’effetto avverso più importante è stato che il vaccino vivente poliomielitico provocava un caso di poliomielite ogni due milioni di vaccinati. Voi capite che quando abbiamo cominciato a vaccinare contro la polio con migliaia e migliaia di persone colpite da polio ogni anno, siamo arrivati quasi a diecimila casi all’anno. Il fatto che un vaccinato ogni due milioni avesse una lieve polio non importava, perché i vantaggi della vaccinazione sono stati mostruosi. Nel giro di 3-4 anni la polio da diecimila casi è scesa a 1-2 casi, poi è sparita completamente in Italia. La vaccinazione antipolio si è continuata a fare e si fa ancora adesso non perché in Italia ci sia la polio ma perché ci sono paesi in cui la polio ancora c’è e hanno rapporti con noi e i tempi di viaggio sono inferiori alle incubazioni delle malattie. Abbiamo continuato a mantenere le vaccinazioni ma la gente ora dice che un caso ogni due milioni è pur sempre troppo e infatti si è passati al vaccino ucciso, si è passati al vaccino preparato meglio e adesso tutta Europa, per esempio tutto l’estremo Oriente, tutte le Americhe vaccinano con questo vaccino ucciso che non dà assolutamente queste conseguenze. È finito almeno da noi il pericolo di questi effetti collaterali. Gli altri effetti collaterali sono lievi, transitori, e rari. Perché esiste un sistema di verifica degli effetti collaterali. Addirittura esiste una legge che risarcisce le persone vittime di effetti collaterali. Anche qui abbiamo assistito a cose strane: tribunali che davano ragione a quel matto che aveva collegato il vaccino antimorbillo e l’autismo. C’è stato un tribunale che addirittura ha dato ragione a questo, poi per fortuna in appello è stato cancellato. C’è qualche giudice che si fa consigliare da un esperto che in realtà si scopre che esperto non è. In questo momento lascerei ancora l’obbligatorietà, però lavorerei per arrivare al giorno in cui questo obbligo non sarà più necessario perché la gente e i vaccini li pretenderà convinta che gli effetti collaterali siano talmente secondari che una popolazione di 60 milioni di abitanti può accettarli».
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