Salute 29 Novembre 2021 10:51

“Value based Vaccination Project”, il primo studio al mondo sul valore delle vaccinazioni

Il paper si basa sui 4 pilastri proposti dall’Expert Panel on Effective Ways of Investing in Health (EXPH) della Commissione Europea: valore personale, tecnico, allocativo e sociale. Dai sanitari alla politica, fino alle imprese: ecco tutte le reazioni alla pubblicazione

di Isabella Faggiano

Da quando è esplosa la pandemia, e più precisamente da quando gli scienziati hanno ideato vaccini efficaci in grado di arginarla, si sente parlare ogni giorno, o quasi, dei no vax. Ma le persone contrarie alle vaccinazioni ci sono sempre state: c’è chi ne teme gli effetti collaterali, chi sottovaluta i rischi derivanti dalle infezioni gravi. E questo nonostante i fatti raccontino tutta un’altra storia: i benefici sono di gran lunga superiori ai rischi. Solo per fare alcuni esempi, l’Italia è polio-free dal 2002 proprio grazie alla diffusione dei vaccini e, grazie ai nuovi obblighi vaccinali introdotti nel 2017, i focolai di morbillo sono sempre più rari. Eppure, nonostante le evidenze scientifiche a favore dei vaccini siano sempre più numerose, in molti Paesi le coperture registrano una scarsa adesione, con importanti ricadute sulla gestione dei sistemi sanitari locali, sull’economia del Paese e sulla vita sociale dei cittadini.

E allora, in un contesto simile, cosa potrebbe spingere i no vax a cambiare il proprio punto di vista e le Istituzioni ad agire con il pugno di ferro per rafforzare le politiche di immunizzazione? «Comprendere il valore delle vaccinazioni», risponde Walter Ricciardi in occasione della presentazione dello  studio “Value based Vaccination Project: evidenze e raccomandazioni per un processo decisionale basato sul valore”, parte del progetto VIHTALI (Value In Health Technology and Academy for Leadership & Innovation). Le autrici del paper sono due ricercatrici, Giovanna Elisa Calabrò dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Chiara De Waure, dell’università di Perugia.

Lo studio

«Per la prima volta – continua il consigliere del ministro della Salute – il valore della vaccinazione  è stato definito sulla base dei quattro pilastri proposti dall’Expert Panel on Effective Ways of Investing in Health (EXPH) della Commissione Europea: valore personale, tecnico, allocativo e sociale. Troppo spesso ci dimentichiamo che i vaccini sono una tecnologia di alto valore che salva migliaia di persone ogni giorno da numerose malattie, non solo dal Covid», aggiunge il presidente del Mission Board for Cancer.

Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, invece, ha sottolineato quei valori che vanno oltre i benefici individuali: «Se andassimo a calcolare il guadagno in termini di risparmio in farmaci e ospedalizzazione, tutti si renderebbero conto che i vaccini sono un valore immenso. Bisogna tenere alte e sotto controllo le coperture vaccinali – sottolinea Rezza – dai primi anni di vita (ad esempio su polio, difterite, morbillo, wtc…) fino all’ età adulta (con papillomavirus e epatite B)».

Il ruolo dei farmacisti

Un contributo importante potrebbe arrivare dai farmacisti che, durante questo periodo di emergenza sanitaria, hanno mostrato la loro abilità nella gestione della campagna vaccinale anti-Covid. «Che le farmacie stiano collaborando in modo attivo lo dimostrano i numeri – dice Marco Cossolo, presidente di Federfarma -. Già 10.550 farmacie su 18.500 hanno offerto la loro disponibilità per la somministrazione del vaccino anti-Covid, inoculando circa 600 mila vaccini. Finora, oltre al vaccino anti-Covid, i farmacisti possono somministrare anche quello contro l’influenza. Ma siamo disponibili a partecipare anche ad altre campagne vaccinali – assicura Cossolo -. Ed avendo già dimostrato di avere un forte ascendente sui cittadini e un rapporto di fiducia consolidatosi nel tempo, il nostro contributo potrebbe aiutare ad allargare la platea dei vaccinati per quelle infezioni, come l’HPV, in cui l’aderenza risulta ancora molto scarsa».

Il contributo delle imprese

A supportare una più capillare diffusione della campagna vaccinale sono disponibili anche le imprese che, come sottolineato da Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato MSD Italia, «devono continuare ad essere allineate con le priorità della sanità pubblica in modo da supportare i cittadini e investire nella ricerca. Solo attraverso la condivisione si è in grado di generare valore. Proprio per questo abbiamo identificato dei piani di partnership a livello globale: ad esempio, abbiamo già condiviso la nostra licenza per l’antivirale Covid-19 con cinque aziende indiane affinché anche loro potessero ricevere questa innovazione ad alto impatto».

Il punto di vista della politica

Risposte chiare sono arrivate anche dal mondo della politica. «Mai come in questo momento – dice Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio – emergono in tutta la loro importanza la vaccinazione e l’importanza della ricerca farmacologica sui vaccini. In questa fase dobbiamo correre ancora più velocemente: il Lazio è una delle prime aree europee per copertura vaccinale». Concorde sull’immenso valore delle vaccinazioni il direttore generale della Sanità regionale del Veneto, Luciano Flor, che punta tutto sulla comunicazione: «Dobbiamo essere capaci di far passare correttamente le informazioni che ruotano attorno a questi strumenti di prevenzione – spiega – in modo da farne comprendere i reali risultati e l’immenso valore».

Per Paolo Siani, medico e deputato Pd «quando si parla di vaccinazione la parola chiave è fiducia. Le persone, oggi più di ieri, vogliono essere informate, coinvolte, non vogliono subire decisioni prese da altri, anche se si tratta della propria salute. Pertanto bisogna lavorare sui dubbi o sui rifiuti, senza imporre la propria idea – conclude – ma fornendo tutti gli strumenti per capire che scelta compiere».

 

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