Mentre si avvicina il via libera del Senato al Decreto, è probabile che la Commissione Bilancio dia parere negativo all’emendamento che prevede l’estensione dell’obbligo agli operatori sanitari. Come già accaduto per la disposizione sulla somministrazione delle vaccinazioni nelle farmacie, potrebbe essere ripresentato come Ordine del Giorno
Il Decreto vaccini è in aula e dovrebbe ottenere il via libera a breve. Concluso il passaggio al Senato, il Decreto approderà alla Camera, dove è stato calendarizzato per il 24 luglio. I deputati dovranno convertire il decreto in legge entro il 6 agosto, pena il decadimento del provvedimento.
A poche ore dall’approvazione, ci sono ancora dubbi sulla possibilità di estendere l’obbligo vaccinale anche agli operatori sanitari, sociosanitari e scolastici. Si attende sul tema il parere della Commissione Bilancio, che probabilmente sarà però negativo per la mancanza di coperture economiche. In tal caso, l’emendamento verrà presentato in aula come Ordine del Giorno, seguendo quindi lo stesso percorso già intrapreso da un altro emendamento su cui è nato particolare fermento nelle ultime settimane: la possibilità di somministrare le vaccinazioni anche nelle farmacie, su cui la Commissione Bilancio ha espresso parere negativo, anche in questo caso per insufficienza di fondi.
Sull’ampliamento dell’obbligo anche al personale SSN era intervenuta la Presidente della Commissione Igiene e Sanità Emilia Grazia De Biasi, che aveva dichiarato a Sanità Informazione a margine di un convegno presso l’Istituto Superiore di Sanità: «Sono favorevolissima all’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari, come lo è tutta la Commissione Igiene e Sanità del Senato. C’è però un problema di copertura economica da superare. Si potrebbe tuttavia dire – conclude la senatrice De Biasi – che ai sensi della Legge 81, che riguarda la sicurezza sul lavoro, il lavoratore è obbligato ad avere tutte quelle coperture di sicurezza che riguardano la propria occupazione».
Sulla possibilità che i medici somministrassero le vaccinazioni anche nelle farmacie aperte al pubblico o in altri luoghi idonei sotto il profilo igienico sanitario si era poi già aperto un vivace dibattito tra i rappresentanti delle due categorie: se per la FNOMCeO lo svolgimento di attività mediche all’interno delle farmacie sarebbe stato presupposto di conflitti di interesse, incompatibilità di ruoli e funzioni, per la FOFI (Federazione Ordini Farmacisti Italiani), non si sarebbe trattato in alcun modo di un accaparramento di prerogative di altre professioni sanitarie.
Altra novità rilevante che ha ottenuto il plauso della Commissione Sanità, l’istituzione dell’Anagrafe Vaccinale Nazionale, che registrerà la situazione vaccinale in Italia. Approvato anche l’emendamento che prevede la vaccinazione obbligatoria anche per i minori stranieri non accompagnati.
Per quanto riguarda il tema dei vaccini obbligatori per l’iscrizione a scuola, sono 10 le profilassi obbligatorie, a cui se ne aggiungono 4 consigliate (meningococco B, meningococco C, pneumococco e rotavirus), offerte gratuitamente e proposte attivamente alle famiglie da parte delle Asl. Questo l’emendamento principale approvato negli ultimi giorni, proposto da Patrizia Manassero (Pd), che ha reso più leggero il Decreto vaccini: originariamente infatti erano 12 le vaccinazioni obbligatorie per poter iscrivere i bambini agli asili e alle scuole materne e per evitare sanzioni amministrative per i ragazzi di elementari, medie e superiori. Le profilassi obbligatorie verranno somministrate tramite due sole punture: una per l’esavalente (antipoliomielitica, antitetanica, antipertosse, antiepatite B, antidifterica e anti haemophilus influenzae tipo b) e una per la quadrivalente (antimorbillo, antirosolia, antiparotite e antivaricella). Introdotta inoltre una misura che prevede una verifica triennale dei dati epidemiologici e delle coperture vaccinali da parte del Ministero della Salute, in base alla quale si potrà disporre la cessazione dell’obbligatorietà delle vaccinazioni per morbillo, rosolia, parotite e varicella.
Modifiche importanti riguardano anche le sanzioni alle famiglie in caso di mancata vaccinazione nonostante i contatti della Asl: se la Commissione Sanità aveva abbassato il tetto massimo delle multe da 7500 euro a 3500, i senatori hanno fissato il tetto massimo a 500 euro. Scompare inoltre dal testo il riferimento alla possibile segnalazione della Asl al Tribunale dei Minori in caso di ripetuto rifiuto dei genitori.
A commento delle novità annunciate, il Ministro Lorenzin ha dichiarato ai nostri microfoni: «I senatori si assumono la responsabilità di scegliere se vogliono un vaccino o due in meno o in più. Questa è una responsabilità importante che va presa in scienza e coscienza. Noi abbiamo fatto una lista, certamente non redatta da me secondo criteri politici ma dalle autorità sanitarie, di cui mi prendo la responsabilità. Ho sempre sostenuto, sin dal primo giorno che ho presentato il decreto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ero pronta a qualsiasi cambiamento e miglioramento del provvedimento per quanto riguardava gli aspetti politici. Per quelli tecnici, sono le autorità sanitarie a dovermi dire se una cosa si può fare o meno».
A tal proposito, l’Istituto Superiore di Sanità ha dato parere positivo sull’emendamento della Senatrice Patrizia Manassero (Pd), ritenendo che le 10 vaccinazioni obbligatorie e le 4 consigliate siano «pienamente rispondenti ad affrontare le problematiche epidemiologiche del Paese». E per quanto riguarda i vaccini raccomandati «si ritiene comunque necessario rafforzare con norma di legge la raccomandazione già contenuta all’interno del PNPV (Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale) per un’offerta attiva e gratuita dei 4 vaccini, data l’urgenza di raggiungere e mantenere elevate coperture vaccinali, anche per far fronte a possibili eventi epidemici».
«Qualsiasi incremento della copertura vaccinale è un successo di sanità pubblica. Passare da uno, a due, a dieci è già un ottimo risultato», ha dichiarato il Presidente dell’ISS Walter Ricciardi, «anche se abbiamo sempre detto che per noi le vaccinazioni che dovrebbero essere somministrate a tutti gli italiani sono 13, va cioè aggiunta anche la pneumococcica».