Sono arrivati i primi dati della fase 3 della sperimentazione: il vaccino Pfizer-BionTech funziona al 90%. Il ministro Speranza: «Dati incoraggianti», ma la Commissione europea non ha ancora un accordo con loro. E gli altri? AstraZeneca ha iniziato a produrre a Melbourne, mentre Johnson&Johnson ha sospeso la sperimentazione
Il candidato vaccino Pfizer-BionTech mostra un’efficacia del 90% nel proteggere da Sars-Cov-2. Lo annunciano i primi dati di “fase 3” della sperimentazione che lo sta sviluppando. Una rivelazione che in poche ore ha fatto il giro del mondo ed entusiasmato tutti i Paesi che lo attendono. Kathrin Jansen, capo della Ricerca e sviluppo vaccini in Pfizer, lo ha dichiarato «un momento storico, una cosa di questo genere non è mai successa prima».
La scienziata in un’intervista definisce sbalorditivo il lavoro fatto dal team di ricercatori, che in tempo record hanno brevettato un prodotto che mostra di funzionare quasi perfettamente. Nel trial che ha coinvolto 44mila volontari, ci sono stati ad ora 94 casi di Covid-19: circa 9 di questi casi si sono verificati in persone che avevano ricevuto due dosi di vaccino, «un forte segnale di efficacia». I dati però non sono stati ancora pubblicati.
Non sono emerse al momento problematiche di sicurezza rispetto al prodotto Pfizer. Gli effetti collaterali sono al minimo: dolore nel punto di iniezione, qualche linea di febbre e affaticamento, specie nei più giovani. Ora Pfizer e BionTech puntano a presentare richiesta di autorizzazione di emergenza alla Fda, l’agenzia dei farmaci Usa, dopo la terza settimana di novembre. Quando avranno a disposizione i dati di sicurezza sulla metà dei partecipanti al trial, dopo due mesi di follow-up. La sperimentazione in ogni caso proseguirà fino a raggiungere i 164 casi di Covid-19, il che dovrebbe avvenire in poche settimane.
L’ambizioso obiettivo è quello di avere 50 milioni di dosi, sufficienti per 25 milioni di persone visto che la somministrazione prevede 2 dosi, entro la fine dell’anno, e 1,3 miliardi di dosi nel 2021. Pfizer ha investito 2 miliardi di dollari di fondi suoi nel progetto e ha chiuso un contratto da 1,95 miliardi di dollari con il Governo statunitense per fornire 100 milioni di dosi.
«I risultati dimostrano che il nostro vaccino a base di mRna può aiutare a prevenire Covid-19 nella maggior parte delle persone che lo ricevono» ha commentato Albert Bourla, presidente Pfizer. «Ciò significa che potenzialmente siamo ad un passo dal fornire alle persone in tutto il mondo una svolta tanto necessaria per contribuire a porre fine a questa pandemia globale». Ogni iniezione contiene nanoparticelle lipidiche – bolle di grasso – che circondano una striscia di materiale genetico, l’Rna messaggero. Dopo che il siero è stato iniettato, la capsula adiposa trasporta il suo carico nelle cellule e l’Rna messaggero le istruisce a costruire la proteina Spike, insegnando efficacemente al sistema immunitario come riconoscere e bloccare il coronavirus.
«Voglio ringraziare – ha aggiunto – le migliaia di persone che si sono offerte volontarie per partecipare alla sperimentazione clinica – conclude – i nostri collaboratori e ricercatori, i colleghi in tutto il mondo che stanno dedicando il loro tempo a questo compito cruciale. Non saremmo potuti arrivare a questo punto senza il grande impegno di tutti. La loro dedizione e il loro coraggio sono le ragioni per cui continuiamo a credere che la scienza vincerà».
Anche il ministro della Salute Roberto Speranza, appresa la notizia, ha voluto diffondere un messaggio di incoraggiamento. «Le notizie di oggi sul vaccino anti Covid sono incoraggianti – ha scritto sui social -. Ma serve ancora tanta prudenza. La ricerca scientifica è la vera chiave per superare l’emergenza. Nel frattempo non dobbiamo mai dimenticare che i comportamenti di ciascuno di noi sono indispensabili per piegare la curva».
Il vaccino Pfizer è, come si sa, sviluppato in America. Ora che Joe Biden è il nuovo presidente ci sarà probabilmente la possibilità di siglare nuovi accordi per assicurarsi delle dosi quando il prodotto sarà pronto. Per ora la Commissione Europea ha annunciato di aver già «siglato accordi con tre case farmaceutiche»: AstraZeneca, Sanofi-Gsk e Johnson & Johnson. «Stiamo negoziando contratti con altre tre compagnie, inclusa Biontech-Pfizer» ha chiarito la portavoce della Commissione Salute Stefan de Keersmaecker.
Oxford-AstraZeneca, la collaborazione su cui punta maggiormente l’Europa, ha annunciato, contemporaneamente, di aver avviato la produzione a Melbourne. Milioni di dosi commissionate all’azienda australiana Commonwealth Serum Laboratories. I primi campioni, se i dati dell’ultima fase venissero confermati, dovrebbero arrivare entro la prima metà del 2021. Tutto dipende però dagli attesissimi risultati della fase 3 di sperimentazione, in arrivo prima di Natale. In prima linea, oltre all’Europa, anche l’Australia per ottenere dosi appena possibile. Il vaccino resta uno dei più promettenti a livello globale sugli oltre 150 candidati.
Anche Sanofi-Gsk sta sviluppando un vaccino contro Covid-19, atteso «nella seconda metà del 2021». Fino a 300 milioni di dosi già concordate con la Commissione europea per tutti gli stati membri, mentre nello stabilimento di Anagni è iniziata la fase clinicia 1/2. In un’intervista ad Adnkronos Salute, il general manager italiano Sanofi Mario Merlo ha chiarito che più vaccini sono necessari. «La parola d’ordine è programmazione – ha detto – bisogna pianificare fin da ora. Serviranno miliardi di dosi e un piano da concertare insieme tra tutti gli attori in campo. Nessuno vince da solo questa battaglia».
Il gruppo farmaceutico Johnson & Johnson ha invece sospeso i test clinici per il vaccino contro il Covid-19. Uno dei volontari ha contratto «una malattia inspiegabile», come annunciato dalla stessa società. Sono in corso da tre settimane le indagini della commissione indipendente per la sicurezza dei pazienti. Negli Stati Uniti le sperimentazioni non sono riprese, mentre da cinque giorni Anvisa, l’autorità sanitaria brasiliana, lo ha permesso in Brasile. Il reclutamento dei volontari per la fase 3 era cominciato a fine settembre e puntava a coinvolgere 60mila persone.
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