Agli over 65 l’invito della Fondazione italiana per il cuore a fare il vaccino anti-influenza per proteggersi e ridurre l’impatto sul sistema sanitario, specie in tempi di Covid che colpisce di più chi ha problemi cardio-vascolari
Il vaccino antinfluenzale protegge anche la nostra salute cardiovascolare. Ma serve raggiungere il tasso di copertura vaccinale del 75-95%, molto più del doppio di quello esistente che si attesta al 31%. L’appello arriva dalla Fondazione italiana per il cuore alla vigilia della Giornata mondiale del cuore, in calendario domani, per ricordare le indicazioni sui rischi delle malattie cardiovascolari, ancora oggi prima causa di morte.
Quest’edizione, in epoca di pandemia, «non può certo sorvolare sull’importanza di un controllo e un intervento massiccio sulla popolazione a rischio cardiovascolare particolarmente esposta al rischio di infezioni come il Covid-19. Il primo messaggio e appello parte, quindi, proprio dal vaccino antinfluenzale».
In tempo di Covid, infatti, è necessaria un’attenzione supplementare per chi soffre di malattie cardiovascolari che, si legge in una nota della Fondazione italiana per il cuore, «oltre a dover gestire la complessità del trattamento (terapie, visite di controllo, ricoveri), rientra nella fascia più a rischio di sviluppare forme gravi di infezione. Si aggiunge anche il fatto che dopo l’attacco del virus, il cuore potrebbe avere conseguenze negative anche in persone senza precedenti problemi cardiaci, con potenziali danni a lungo termine. Ultimo, ma non ultimo, l’effetto della paura del virus che ha già portato a un netto calo delle visite ospedaliere da parte di pazienti cardiopatici per cure di routine e di emergenza».
Da sempre il vaccino antinfluenzale, continua la nota, «si conferma come un’opportunità per la prevenzione e gestione delle patologie cardiovascolari. Evidenze cliniche confermano l’efficacia della vaccinazione antinfluenzale quale intervento di prevenzione secondaria dell’infarto miocardico che si colloca tra il 15 e il 45%, paragonabile a quella della cessazione dell’abitudine al fumo (32-43%), delle statine (19-30%) e degli antipertensivi (17-25%)».
«Uno studio su circa 3 milioni di americani, recentemente presentato al congresso della Società europea di cardiologia-Esc, dimostra che la vaccinazione antinfluenzale e quella antipneumococcica sono state associate a percentuali significativamente inferiori di morti intraospedaliere in pazienti con scompenso cardiaco», continua la nota che sottolinea però la scarsa aderenza alla vaccinazione in Italia nei gruppi a rischio cardiovascolare che nella popolazione al di sopra di 65 anni (poco più del 50% si vaccina) «età in cui, oltre a quelle cardiache, si riscontra maggior frequenza di patologie croniche quali quelle bronco-polmonari e il diabete».
«Per queste categorie, vaccinarsi quest’anno contro l’influenza sarà ancora più importante a causa della pandemia da Sars-Cov-2», spiega Luigi Biasio del Comitato scientifico della Fondazione Giovanni Lorenzini (Milano e New York). «I motivi sono numerosi, a partire dalla riduzione dell’impatto sul sistema sanitario, alla protezione per gli individui più fragili e poi anche alla possibile riduzione della mortalità e morbilità da Covid-19 nelle persone vaccinate contro l’influenza».
Oltre alla vaccinazione antinfluenzale la World Heart Federation (Whf), in occasione della Giornata mondiale per il cuore, ha lanciato il messaggio “usa il tuo cuore“, per fare le scelte migliori per la società, i nostri cari e noi stessi. Gli stili di vita sani sono al centro dei messaggi che Federazione, insieme a Conacuore, rinnova ogni 29 settembre. Nel corso del mese di settembre (e anche oltre) sono molte le iniziative aperte al pubblico in forma gratuita, organizzate da associazioni di pazienti, ospedali, aziende sanitarie locali, enti pubblici e privati per sensibilizzare le persone a prendersi cura del proprio cuore.
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