La responsabile dell’area vaccini di Fimmg: «Consigliato a over 60, soggetti fragili e lavoratori a rischio. Migliora la diagnosi differenziale tra influenza stagionale e Covid-19 ed evita il sovraffollamento degli ospedali»
Il vaccino contro l’influenza stagionale e quello anti-Covid non possono essere somministrati contemporaneamente. «Deve trascorrere almeno un mese tra l’inoculazione del vaccino contro il Covid-19 e la somministrazione di qualunque altra tipologia di vaccino – spiega Tommasa Maio, responsabile dell’area vaccini di Fimmg -. Tuttavia, nel giorno in cui si effettuerà quello antinfluenzale è possibile, soprattutto per la popolazione adulta e previo consiglio del proprio medico curante, mettersi al riparo da herpes zoster e pneumococco».
Per questo, è consigliabile programmare fin da subito il proprio personale calendario vaccinale. «La campagna vaccinale antinfluenzale comincerà i primi giorni di ottobre e, così come ribadito da una direttiva diffusa già durante l’estate, dovrà essere garantita la massima puntualità ed efficienza», sottolinea Maio.
«Il vaccino antinfluenzale è consigliato a tutti i soggetti di età superiore ai sessant’anni e non solo. Al di là della classificazione per età, infatti – aggiunge la responsabile area vaccini della Fimmg – esistono delle classi di lavoratori per i quali risulta ugualmente indicato: operatori sanitari, impiegati che lavorano a contatto con il pubblico o chi, come gli allevatori, è sempre accanto agli animali».
Poi, ci sono le cosiddette categorie fragili: «Bambini con più di sei mesi di vita – continua Maio -, donne in gravidanza e soggetti anche giovani ma che, soffrendo di patologie croniche, potrebbero incorrere in serie complicanze contraendo l’influenza».
Da non trascurare la somiglianza della sintomatologia di esordio dell’influenza con quella del Covid-19: «In soggetti non vaccinati – spiega il medico di famiglia – sarebbe molto più complesso effettuare la diagnosi differenziale. Ancora, ammalarsi di meno significa pure limitare l’accesso ai pronto soccorso ed evitare che le persone fragili, costrette a recarsi in ospedale per controlli e terapie, possano entrare in contatto con il virus dell’influenza. Senza considerare che abbassare il numero di pazienti che contraggono l’influenza in modo severo eviterebbe di gravare sulle strutture ospedaliere che, purtroppo, ci aspettiamo (anche se speriamo di sbagliarci) saranno nuovamente sotto pressione per la gestione dell’emergenza Covid».
Ma un’aspettativa positiva c’è: «Crediamo che anche quest’anno, come nel 2020, ci sarà una richiesta di vaccinazioni antinfluenzali superiore all’epoca pre-Covid. Per questo, è stato già deciso che la campagna vaccinale continuerà anche nel periodo natalizio, così da permettere ai ritardatari ed anche a chi per motivi familiari o di lavoro si trova all’estero, di assicurarsi la protezione contro l’influenza».
Niente paura, il vaccino antinfluenzale non rovinerà di certo il Natale: «Gli effetti collaterali riferiti sono sempre piuttosto trascurabili, con rare manifestazioni di dolore nella sede di inoculo o lieve innalzamento della temperatura – assicura Maio -. Per evitare possibili complicanze più gravi è fondamentale effettuare sempre un’accurata anamnesi pre-vaccinale affidandosi ai pediatri di libera scelta o ai medici di medicina generale a conoscenza di eventuali reazioni allergiche gravi, come un’anafilassi, dopo l’inoculazione di un vaccino o – conclude – di uno dei suoi componenti».
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