Soriot, capo dell’azienda AstraZeneca che sviluppa il vaccino con Oxford, mantiene in piedi la possibilità delle prime dosi entro il 2020. «Ci sono spesso degli stop, la differenza è che ora tutto il mondo ci guarda»
Forse il vaccino di Oxford potrebbe comunque essere disponibile entro la fine dell’anno o all’inizio del 2021. A concedere questa possibilità, è stato il Ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, dopo la recentissima sospensione per via di una “reazione avversa” in uno dei candidati. 60 mila le persone su cui è stato testato il vaccino, quando è arrivata la notizia di una “malattia potenzialmente inattesa”.
A riferire il parere del capo dell’azienda britannico-svedese è stato il Guardian, cui però Soriot non è stato in grado di riferire quando la sperimentazione sarebbe ripartita. «Anche così – ha detto – penso ancora che siamo sulla buona strada per avere una serie di dati da presentare prima della fine dell’anno» per l’approvazione.
«Potremmo ancora avere un vaccino entro la fine di quest’anno, o all’inizio del prossimo anno» in base alla velocità dell’agenzia regolatoria, ha aggiunto nel corso di un evento ospitato dal gruppo Tortoise. Il manager AstraZeneca ha voluto specificare che non è così inusuale che un trial vada in pausa per delle problematiche. «L’unica differenza è che adesso ci guarda il mondo intero», ha proseguito.
Il volontario che si è ammalato è stato sottoposto a ulteriori test e, dopo la raccolta, i dati verranno presentati al comitato di sicurezza indipendente. Sarà questo a decidere se sia il momento di riprendere la sperimentazione. Sul tipo di malattia Soriot non si è sbilanciato: «Non sappiamo se si tratta di mielite trasversa – ha concluso -. Non sappiamo quale sia la diagnosi finale».
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