Dopo il via libera di AIFA al vaccino Covid per i bambini l’Italia si prepara alle prime somministrazioni per metà mese. Subito attivata la rete dei pediatri per fornire supporto, in attesa di ricevere le dosi. C’è un rischio miocarditi?
Dopo il via libera dell’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) è ufficiale: il vaccino anti-Covid Comirnaty di Pfizer-BioNTech è ufficialmente approvato per i bambini dai 5 agli 11 anni nel nostro Paese. Il parere favorevole della Commissione tecnico-scientifica ha seguito quello già espresso dall’EMA, che ha sottolineato che anche in questo caso «i benefici superano i rischi».
«Noi di AIFA esaminiamo gli stessi dati che ha visionato EMA e contestualizziamo le decisioni di EMA nel territorio, la valutazione nazionale è indispensabile. In questo caso abbiamo anche verificato quanto sta circolando il virus nei bambini tra i 5 e gli 11 anni. C’è stata un’impennata nelle ultime settimane per questa fascia d’età” e “i dati che abbiamo sono sufficienti per questa estensione pediatrica», ha detto Patrizia Popoli, presidente della Commissione tecnico-scientifica (Cts) dell’Aifa ospite a Radio anch’io. Non bisogna dimenticare che, sebbene normalmente Covid-19 abbia un decorso abbastanza blando nei più piccoli, ci sono casi in cui è richiesto il ricovero e la terapia intensiva per lo sviluppo della sindrome infiammatoria multisistemica. Sei bambini su 1000, secondo i dati più recenti, la rischiano.
Il vaccino Covid che verrà somministrato ai bambini sarà composto di 1/3 della dose. Per ora gli effetti collaterali constatati nei test clinici restano qualche dolore ai muscoli, febbre e mal di testa. Non ci sono miocarditi nemmeno tra i 3 milioni e 300mila bimbi vaccinati in USA, che ha autorizzato il vaccino un mese prima dell’Europa.
«Le miocarditi associate a vaccini a mRna sono rischi evidenziati con frequenza molto rara e più frequenti nel genere maschile e nella fascia tra 16 e 29 anni, ma va chiarito che si tratta di eventi molto rari intorno a uno o due casi su 100mila e guariscono nella maggior parte dei casi senza neanche un ricovero. È verosimile e ci si attende che tra 5 e 11 anni questo rischio sia ancora più basso, un po’ perché le miocarditi virali hanno in generale un’incidenza minore in questa fascia, e un po’ perché la dose che sarà utilizzata è estremamente ridotta e pari a circa un terzo di quella per adulti e adolescenti», ha detto Maria Paola Trotta, coordinatrice unità di crisi dell’AIFA dedicata al Covid, a 24Mattino.
Per i minori non sarà necessario obbligo di nessun genere, ma la rete dei pediatri italiani si è già mobilitata per stimolare e rassicurare i genitori. «Siamo pronti a vaccinare, anche se ancora non ci sono le dosi perché per la fascia 5-11 anni non si userà lo stesso vaccino degli adulti ma una quantità diversa, 10 microgrammi invece che 30. Probabilmente si partirà prima del 23 dicembre, immagino da metà mese. La platea dei bambini vaccinabili è di circa 3,5 milioni, tra cui un 10% di fragili e per questi il vaccino deve essere prioritario. Dobbiamo partire subito con le loro immunizzazioni per proteggerli a scuola, a casa e nel tempo libero», ha detto Annamaria Staiano, presidente SIP ad Adnkronos Salute.
Qualche Regione si è già portata avanti negli annunci. Come il Lazio in cui l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha assicurato che dal 13 dicembre si comincerà a vaccinare in hub scelti che per l’occasione verranno attrezzati con clown e personaggi rassicuranti per i più piccoli. Le altre Regioni potrebbero attendere la soglia del 23 dicembre condivisa dal ministro Roberto Speranza, ma anche la Lombardia ha annunciato di voler velocizzare le procedure.
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