«Siamo fiduciosi, ci siamo assunti questo rischio per non arrivare tardi». Intanto aumenta del 40% la produzione del vaccino antinfluenzale
Un vaccino già in produzione per essere pronto appena superata la fase tre della sperimentazione. La Janssen, impegnata in prima linea nella ricerca per trovare un antidoto contro il Covid, ha dato un’accelerata per giocare d’anticipo. A confermarlo, il Presidente e Amministratore Delegato Massimo Scaccabarozzi, nonché Presidente di Farmindustria, questa mattina a Milano, a margine della presentazione di uno studio sull’ipertensione arteriosa polmonare (PAH), malattia rara che colpisce in Italia circa 3000 persone, in prevalenza donne.
«Quando la Cina ha messo a disposizione la sequenza virale, ci siamo impegnati per la scoperta di un vaccino. Oggi siamo molto avanti, stiamo per iniziare la fase tre, mentre i dati della fase uno e due sono promettenti e devo dire che, con un grande senso di responsabilità, abbiamo iniziato a produrlo dallo scorso mese di aprile – spiega Scaccabarozzi ai nostri microfoni -. Siccome i tempi di produzione sono lunghi, sarebbe un peccato arrivare alla fine della fase tre senza avere a disposizione il vaccino. Quindi ci siamo assunti questo rischio, ma io sono ottimista anche se non voglio dare false speranze. Dunque aspettiamo l’esito della ricerca». Il countdown dovrebbe iniziare a fine dicembre per garantire le dosi con l’inizio del 2021.
Nel frattempo, cresce la domanda del vaccino antinfluenzale che vedrà, secondo le previsioni del presidente di Farmindustria, nella sola Lombardia un incremento significativo da sostenere. «Siamo passati da undici milioni e settecento mila dosi per il 2019 a sedici milioni e settecento mila dosi per il 2020. E non è finita qui. C’è stato un incremento di oltre il 40% per non lasciare indietro nessuno. Ovviamente si tratta di dati regionali, ma ora c’è un tavolo di lavoro aperto con il Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e AIFA affinché non ci siano carenze e tutti possano avere il vaccino per l’influenza. Perché, come dicono i virologi, è importante avercelo affinché non si sovrapponga ad un eventuale ritorno di Covid; ma soprattutto perché aiuterà i medici a fare una diagnosi più accurata. Io spero che il grande senso di responsabilità che tutti abbiamo avuto durante il lockdown continui e quindi ci permetta di avere un autunno mite».
Janssen, con la recente acquisizione di Actelion, ha rivolto il suo impegno verso una nuova area terapeutica di significativa importanza sulle malattie rare ed in particolare sulla ipertensione arteriosa polmonare, con soluzioni che permettano di stare vicino al malato e far conoscere le terapie con una serie di iniziative. «Abbiamo predisposto ad esempio la consegna dei farmaci a domicilio durante il periodo del Covid, perché i malati non potevano andare in ospedale. O ancora abbiamo sostenuto l’infermiere di prossimità per essere di aiuto a questi malati non solo attraverso la cura, ma anche con un supporto psicologico, mettendo a disposizione siti informativi, al quale hanno aderito parecchi centri, o ancora “fattore J”, rivolto ai ragazzi delle scuole superiori per permettere loro di essere consapevoli della malattia e poter ripartire dopo la pandemia».
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