L’iniziativa del Dipartimento donna, mamma e neonato del Fatebenefratelli Sacco ha messo a disposizione un team di ginecologi ed ostetriche: «I vaccini a mRNA sono assolutamente sicuri in tutti i trimestri della gravidanza e durante l’allattamento»
Hanno partecipato in centinaia al primo open day organizzato da Regione Lombardia nei giorni 3 e 4 settembre per la vaccinazione delle donne in gravidanza e allattamento. Un risultato che è stato accolto con grande soddisfazione dal direttore sociosanitario dell’Asst Fatebenefratelli Sacco Antonino Zagari: «Abbiamo messo a disposizione delle donne un team di ginecologi e ostetriche del nostro dipartimento Donna, Mamma e Neonato e dei nostri consultori e siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto – il suo commento al termine della due giorni -. Per l’occasione alle donne gravide non era necessario prenotare la vaccinazione, ma era sufficiente presentarsi con la tessera sanitaria».
L’organizzazione al centro di via Procaccini non ha presentato falle o intoppi: i pazienti sono entrati in macchina nel parcheggio della Fabbrica del Vapore accolti dalla protezione civile che ha misurato loro la temperatura, sono stati poi indirizzati all’area vaccinale che accoglieva donne in gravidanza e allattamento, adulti e minori.
Per ogni categoria di paziente erano presenti medici vaccinatori assegnati che ne hanno eseguito l’anamnesi. Per le donne in gravidanza l’azienda ospedaliera Fatebenefratelli Sacco ha messo a disposizione anche tre ginecologhe per eventuali dubbi da chiarire.
«In generale la campagna vaccinale alla Fabbrica del Vapore sta andando bene – riprende il direttore sanitario – tanto è vero che in questo hub, dove vengono vaccinati anche adulti e minori, sono state assegnate 330 mila dosi: per dare una dimensione, è come se avessimo vaccinato l’intera Basilicata».
«Nessuna donna è stata lasciata senza una risposta – aggiunge –, le donne che hanno aderito alla campagna vaccinale dedicata a loro sono state molto contente per il supporto clinico e le informazioni che hanno ricevuto. Complessivamente sono state oltre 450. Il messaggio forte che si è percepito in questi due giorni dedicato alle donne in gravidanza è che la vita va avanti ed è più forte del Covid».
L’appello alla vaccinazione delle donne in gravidanza era partito dal Ministero della Salute e da neonatologi, pediatri e ginecologi, tutti convinti della necessità di accelerare la vaccinazione anti-Covid anche delle donne in gravidanza e in allattamento.
«Noi come Fatebenefratelli Sacco e Buzzi abbiamo indirizzato alla vaccinazione le donne in gravidanza da subito, ma il problema era che il Ministero della Salute e Regione Lombardia non avevano dato indicazioni chiare – puntualizza Irene Cetin, direttore del dipartimento Donna Mamma e Neonato del Fatebenefratelli Sacco –. Noi mandavamo le donne con un certificato firmato da un nostro medico ginecologo che dichiarava che la gravida poteva essere vaccinata. Abbiamo ricevuto richieste anche da donne che non erano seguite in ospedale, ma indirizzate da colleghi del territorio o da altri istituti per una consulenza. Allora facevamo il certificato da presentare al medico vaccinatore».
«La Società italiana di ginecologia ed ostetricia si è espressa chiaramente da subito al riguardo. Già addirittura lo scorso mese di dicembre, non appena sono arrivate le vaccinazioni. Abbiamo dato una specifica affinché durante la gravidanza fossero usati i vaccini a mRNA perché le possibili complicazioni gravi che ci sono state soprattutto con AstraZeneca hanno coinvolto la coagulazione e dal momento che questa in gravidanza si modifica e c’è uno stato di aumentato rischio di trombosi, con una maggiore tendenza di ristagno e più difficoltà di ritorno venoso, allora si è ritenuto di non aumentare il rischio di trombosi».
«Al contempo è stato evidenziato che i vaccini a mRNA sono assolutamente sicuri in tutti i trimestri della gravidanza e durante l’allattamento – aggiunge Cetin –. Non ci sono controindicazioni e la conferma arriva anche da centri di riferimento nel mondo come Stati Uniti o Israele, dove la vaccinazione in gravidanza è una routine. I maggiori dati di sicurezza, infatti, derivano da un registro americano dove vengono raccolti i dati di tutte le donne in gravidanza vaccinate ed ha raggiunto già numeri superiori alle 200 mila unità in qualunque epoca di gravidanza e non hanno trovato alcun aumento di rischio delle patologie della gravidanza associato all’uso del vaccino. E non è stato notato neppure che sviluppino maggiori effetti collaterali, anzi oggi sappiamo che la gravidanza non è motivo di controindicazione al vaccino, e alcune delle donne che devono fare terapie anticoagulanti per prevenire patologie come la pre-eclampsia con il vaccino riducono i rischi che avrebbero se dovessero contrarre il virus».
I timori sollevati dalle donne in gravidanza sono per lo più legati al feto e alla mancanza di conoscenza scientifica sugli effetti del vaccino a lungo termine. «Sono preoccupazioni infondate – sottolinea Irene Cetin –, è più la parola “mRNA” a destare preoccupazione, in fondo si tratta di una piccola molecola messa in circolazione per poche ore e fa produrre degli anticorpi, non si incorpora nel DNA. Inoltre, il vaccino non va ad influire sulla fertilità della donna e non esistono motivi per rimandare una gravidanza».
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