Su questo trend poggiano le ulteriori valutazioni avviate dall’azienda, che ha aperto il dibattito sull’opportunità della terza dose di vaccino
«Un trend gradualmente in declino dell’efficacia vaccinale». Queste le parole di un team internazionale di scienziati autori di uno studio (non ancora sottoposto a revisione fra pari) inserito nella piattaforma ‘MedRxiv’ in questi giorni e supportato da Pfizer e BioNTech. Gli esperti hanno valutato l’efficacia del vaccino Comirnaty guardando a un orizzonte di 6 mesi post vaccinazione. Il trial in questione è uno studio multinazionale, in corso, controllato con placebo, condotto su 44.165 partecipanti dai 16 anni in su e 2.264 di età compresa tra 12 e 15 anni, vaccinati con due dosi del vaccino Pfizer/BioNTech a distanza di 21 giorni l’una dall’altra.
I risultati mostrano che l’efficacia contro Covid è stata del 91% fino a 6 mesi di follow-up. Le percentuali andavano dall’86% al 100% in tutti i Paesi e in popolazioni con diverse caratteristiche di età, sesso, etnia e fattori di rischio Covid. L’efficacia contro la malattia grave è risultata del 97%. E in Sudafrica, con la variante Beta di Sars-CoV-2 predominante al momento dell’analisi, è stata del 100%. Gli esperti concludono dunque che fino a 6 mesi, e «nonostante una tendenza gradualmente in calo dell’efficacia», il vaccino ha un profilo di sicurezza favorevole ed è altamente efficace.
Ma è proprio su questo trend osservato in calo che poggiano le ulteriori valutazioni avviate dall’azienda, che ha aperto il dibattito sull’opportunità della terza dose di vaccino, e che ieri ha diffuso dati relativi alle potenzialità di un’ulteriore iniezione scudo contro la variante Delta (indurrebbe «titoli di anticorpi neutralizzanti più di 5 volte superiori nelle persone più giovani e oltre 11 volte maggiori nelle persone anziane, rispetto a due dosi»).
Tornando allo studio che ha fotografato il calo dell’efficacia vaccinale, gli esperti riportano nel dettaglio la diminuzione osservata partendo dal picco raggiunto dopo la seconda dose. Se nell’arco temporale che va dal settimo giorno post richiamo fino a 2 mesi l’efficacia era del 96,2%, da 2 mesi ed entro i 4 la percentuale in questione è scesa al 90,1%, e da 4 mesi al cut-off dei dati», cioè a 6 mesi, «è stata dell’83,7%». Gli autori hanno calcolato un calo medio del 6% ogni 2 mesi. Questo non cambia il dato dell’efficacia contro Covid grave, che è sempre intorno al 97%. «È necessario – concludono gli autori – un follow-up continuo per comprendere la persistenza dell’effetto del vaccino nel tempo, la necessità di un dosaggio di richiamo e la tempistica di tale dose».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato