L’Oms ha dichiarato che il vaiolo delle scimmie è un’emergenza sanitaria globale. Sono stati registrati 17mila casi in 70 paesi. l’Italia è fra i 10 paesi più colpiti e forse per questo 1 italiano su 3 ammette di avere paura
Pochi giorni fa l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato che il vaiolo delle scimmie è un’emergenza sanitaria globale. In effetti i numeri iniziano a fare paura: 17mila persone colpite in 74 Paesi. E in un solo giorno (lo scorso 24 luglio) 1700 nuove diagnosi. Non stupisce che oggi un italiano su tre teme il vaiolo, secondo un sondaggio SWG contenuto nella nuova edizione di «Radar». In effetti, con 407 casi registrati l’Italua è fra i primi 10 paesi con più casi di vaiolo delle scimmie.
Il Ministero della salute con apposita ordinanza ha già predisposto, insieme alle Regioni e Province Autonome, le modalità di segnalazione dei singoli casi di vaiolo delle scimmie. «La situazione è sotto costante monitoraggio ma non si ritiene debba destare particolari allarmismi», dichiara il direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza. Dei 407 casi italiani, circa 200 sarebbero stati registrati a Milano, che diventa quindi la città con il più alto numero di infezioni.
Nella quasi totalità dei casi il vaiolo delle scimmie ha colpito uomini. «I dati epidemiologici – sostiene Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova – dicono che i casi riguardano prioritariamente una popolazione abbastanza ristretta: maschi, tra i 20 e i 40 anni, che si sono contagiati preferenzialmente per via sessuale o per contatto diretto».
In considerazione della crescita dell’emergenza, molti esperti invitano ad adottare misure, tra cui la vaccinazione e lo screening, alle fasce di popolazione considerate a rischio. «Sarebbe il caso di partire ora – suggerisce Bassetti – con un’importante campagna vaccinale, indirizzata a giovani maschi, altrimenti a settembre rischiamo di avere decine di migliaia di casi diagnosticati e altrettanti sotto traccia». Il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina molecolare presso l’Università degli studi di Padova, auspica una decisione delle autorità sanitarie che consenta l’immunizzazione delle comunità più colpite dal Monkeypox. «E’ evidente che la diffusione della malattia, che non accenna al momento a diminuire, è ormai entrata – spiega – in un circuito comportamentale ben definito. E quindi forse bisognerà indurre determinate persone a vaccinarsi contro il vaiolo“.
Nel frattempo la Commissione europea ha approvato l’estensione del vaccino Imvanex del gruppo farmaceutico Bavarian Nordic contro la diffusione del vaiolo delle scimmie. Il via libera da Bruxelles segue quello del regolatore europeo, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema), che lo scorso venerdì aveva dato il suo consenso all’estensione al vaiolo delle scimmie del vaccino Imvanex, già autorizzato dal 2013 nell’Unione Europea contro il vaiolo umano. Il vaccino Imvanex è commercializzato come Jynneos negli Stati Uniti, dove è stato autorizzato contro il vaiolo delle scimmie dal 2019. Questo lo rende l’unico vaccino autorizzato per la prevenzione della malattia.
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