La lista dei decessi si è ulteriormente allungata con il primo morto in Perù: è il quinto decesso al mondo – due in Spagna, uno in Brasile e uno in India – fuori dall’Africa dove il vaiolo delle scimmie è endemico. La città di New York ha chiesto all’OMS di cambiare nome alla malattia per evitare discriminazioni
In California è stato di emergenza per la diffusione del vaiolo delle scimmie: i casi registrati finora sono quasi 800. Ad annunciarlo è stato il governatore Gavin Newsom, sottolineando che la decisione è stata adottata per rendere più facile la distribuzione rapida dei vaccini contro la malattia. Grazie allo stato di emergenza, infatti, come riferito dai media locali, gli operatori sanitari, dai paramedici al personale di emergenza, possono somministrare il farmaco anti-vaiolo. Finora la California ha ricevuto 61 mila dosi di vaccino e ne ha distribuite circa 25mila.
La notizia diffusa in Italia dalle agenzie arriva a due giorni dalla dichiarazione dello stato di emergenza nella città di New York. Come riportato dalla Cnn, secondo il sindaco Eric Adams, sono 150 mila le persone a rischio contagio a New York, dove si concentrano già la maggior parte dei casi di tutti gli Stati Uniti, circa 1.345. Due giorni prima era stata la volta dello Stato di New York che aveva dichiarato lo stato d’allerta subito dopo San Francisco.
La lista dei decessi si è ulteriormente allungata con il primo morto in Perù, un uomo di 45 anni. Il paziente è arrivato in ospedale quando la malattia aveva raggiunto uno stadio già troppo avanzato. E, come spiegato alle agenzie di stampa dal direttore della struttura sanitaria, Eduardo Farfan, «la sua salute si era indebolita dopo aver abbandonato il trattamento contro l’Hiv». Nel Paese sudamericano finora i casi accertati di vaiolo delle scimmie sono stati 300 e quello di ieri è il quinto decesso al mondo – due in Spagna, uno in Brasile e uno in India – fuori dall’Africa dove, invece, il vaiolo delle scimmie è endemico.
Intanto sono arrivati ulteriori dettagli sulla morte avvenuta sabato scorso (30 luglio) in India: come confermato dalle autorità locali, l’uomo era appena tornato da un viaggio negli Emirati Arabi Uniti. La ministra della Sanità dello Stato del Kerala, Veena George, ha spiegato che la vittima, un ventiduenne residente a Thrissur, è morto in un ospedale privato della città alcuni giorni dopo essere rientrato dal Golfo. La ministra ha sottolineato anche che i test realizzati negli Emirati avevano già dimostrato la positività del ragazzo al vaiolo delle scimmie, ma che i familiari avevano consegnato i risultati soltanto nella giornata di sabato. In India, sono quattro i casi confermati, tre nel Kerala e uno a New Delhi.
Anche il Sudan ha reso noto di aver rilevato il primo caso di vaiolo delle scimmie. Il ministero della Salute sudanese ha dichiarato che il caso, scoperto la scorsa settimana nella provincia del Darfur occidentale, riguarda uno studente di 16 anni. Sempre secondo quanto riferito dal ministero della Salute sudanese i casi sospetti sono stati almeno 38, tutti risultati negativi al virus tranne quello del sedicenne. Nel frattempo, le autorità sanitarie stanno lavorando per determinare i contatti dello studente per limitare la diffusione del virus.
La città di New York, oltre ad aver dichiarato lo stato di emergenza, ha anche inviato una lettera all’Organizzazione Mondiale della Sanità nella quale si chiede di cambiare nome alla malattia per evitare stigmatizzazioni e discriminazioni contro chi la contrae. Sulla questione anche il virologo italiano e docente dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Roberto Burioni ha detto la sua in un tweet:
«Vaiolo delle scimmie (in inglese monkeypox) è un nome sbagliato, ma non stupitevi dell’errore: in inglese la varicella si chiama chickenpox, ovvero “vaiolo dei polli”, e in questo caso i polli c’entrano ancora meno». L’animale serbatoio del Monkeypox virus non è infatti la scimmia, bensì i roditori.
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