A livello globale, stando all’ultimo Rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dedicato al vaiolo delle scimmie, il calo riscontrato è di circa il 41%. Aumentano, invece, i contagi nella regione del Pacifico Occidentale. Cinque casi di aviaria tra gli esseri umani nel mondo, tra il 4 marzo e il 24 aprile 2023
Durante la primavera e l’estate, con le vacanze e l’intensificarsi dei viaggi e dei contatti a pelle scoperta (concerti, raduni, ecc…), i casi di vaiolo delle scimmie potrebbero aumentare. L’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, aveva lanciato l’avvertimento solo due settimane fa. Ora, a confermare i timori arrivano i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: mentre il numero di casi settimanali di Mpox continua a globalmente scendere (61 dal 17 al 23 aprile) aumentano quelli riscontrati nelle ultime tre settimane nella regione del Pacifico Occidentale. «Il focolaio – scrive l’Oms – interessa principalmente i maschi in Giappone, Repubblica di Corea e Cina, con una sostenuta trasmissione locale». Al momento il numero di casi comunque resta contenuto: 62 in tre settimane.
A livello globale, stando ai dell’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dedicato al vaiolo delle scimmie, il calo riscontrato è di circa il 41%. Dall’11 al 24 aprile si sono verificati 7 nuovi decessi: 5 negli Stati Uniti, 1 in Brasile e 1 a Panama. Volgendo lo sguardo alla sola Unione Europea, negli ultimi 11 mesi (dal 16 maggio 2022 fino al 4 aprile 2023) i casi di Mpox sono stati 21.170, tra cui sei decessi. Ad essere contagiati soprattutto i maschi tra i 18 e i 40 anni (64,6%), principalmente uomini che hanno rapporti sessuali con uomini.
I riflettori dell’OMS sono puntati anche sull’influenza aviaria: «Le probabilità di trasmissione da uomo a uomo rimane bassa», rassicurano i vertici dell’Organizzazione. Nel mondo, stando all’ultimo Report relativo al periodo 4 marzo-24 aprile 2023, sono cinque i casi riscontrati nell’uomo: tre da virus A/H9N2 e uno da A/H3N8 in Cina, un altro da A/H5N1 in Cile. L’influenza A/H9N2 ha colpito tre bambini di due, tre e 10 anni, di cui due entrati in contatto diretto con il pollame infetto. Nessuno di loro ha contratto la malattia in forma grave, né ha avuto necessità di un ricovero ospedaliero.
A destare maggiore allarme è stato il caso della donna di 56 anni che ha contratto il virus A/H3N8: ricoverata il 3 marzo, è morta dopo due settimane. «La paziente aveva diverse malattie concomitanti», precisa l’OMS. Sarebbe ancora ricoverato in terapia intensiva, invece, l’uomo cileno di 53 anni che ha contratto il virus dell’influenza A/H5N1. Lo stesso rapporto segnala pure due casi di virus dell’influenza suina A/H1N1, entrambi in Cina in bambini di uno e tre anni. L’infezione ha dato sintomi lievi, senza necessità di ricovero.
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