Salute 8 Aprile 2021 15:44

Valerii (Censis): «Servono 58mila medici e 72mila infermieri per rafforzare la sanità del futuro»

I cantieri per la sanità del futuro: presentato il progetto Censis in collaborazione con Janssen Italia

Per il 93,2% degli italiani gli investimenti in sanità sono la priorità assoluta del futuro. Dopo anni di razionalizzazione della spesa, negli ultimi mesi si è registrato un aumento rilevante dei finanziamenti per il settore (+5,6 miliardi di euro) a cui si aggiungeranno le risorse del Next Generation EU.

Il progetto “I Cantieri per la sanità del futuro” promosso da Censis in collaborazione con Janssen Italia nasce per sfruttare al meglio questa opportunità e ricostruire un SSN rafforzato per rispondere alle vecchie e nuove esigenze dei cittadini. L’iniziativa parte con un’analisi specifica di quattro regioni: Piemonte, Veneto, Lazio, Puglia. L’obiettivo è capire come si sono organizzate e individuare le buone pratiche per ridisegnare un sistema salute più efficiente. Alla presentazione del progetto hanno partecipato Massimo Scaccabarozzi, presidente e Amministratore Delegato di Janssen Italia, Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis ed Enrico Coscioni, Presidente Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas).

Valerii (Censis): «Pandemia ha squarciato il velo sulle fragilità strutturali in sanità»

Il Direttore Generale del Censis ha individuato quattro punti da cui ripartire: prevenzione, sanità territoriale, telemedicina e recupero delle prestazioni sospese o rinviate causa Covid. «La pandemia ha travolto le nostre vite – ha dichiarato – con un forte impatto sociale ed economico. Ma, di fatto, ha rappresentato un potente e improvviso fattore di accelerazione di processi. Ha squarciato il velo sulle fragilità strutturali in sanità. Ci siamo scoperti vulnerabili dopo anni di contenimento della spesa pubblica che hanno provocato la riduzione dei posti letto e la chiusura di piccoli ospedali».

C’è una diffusa consapevolezza nell’opinione pubblica: «Il 41% dei cittadini – ha proseguito Valerii – ritiene che la sanità della propria regione non sia pronta a gestire una nuova emergenza. Il 92% chiede maggiore prevenzione, il 94% di rafforzare la sanità del territorio e un ulteriore 70% di puntare su telemedicina e nuove tecnologie».

«Servono 58mila medici e 72mila infermieri per sanità del futuro»

Inoltre, c’è un’altra conseguenza della pandemia da gestire con cura: la riduzione e/o sospensione di visite specialistiche, accertamenti diagnostici, ricoveri di medicina interna e screening di prevenzione oncologica. «Anche se non ci fosse stata la pandemia, la transizione demografica ci avrebbe obbligati a rivedere l’offerta sanitaria a causa dell’invecchiamento della popolazione – ha precisato Valerii -. Investire in sanità è un moltiplicatore di processi di sviluppo e creazione di occupazione. Servono 58mila medici e 72mila infermieri per la sanità del futuro».

Specializzazioni mediche, Coscioni (Agenas): «Nel giro di 12-24 mesi risolto l’imbuto formativo»

«Già rispetto al 2020, nel 2021 i sistemi sanitari regionali si stanno comportando meglio – ha detto Enrico Coscioni– ma l’emergenza sanitaria lascia in eredità una sottostima clamorosa dei posti di terapia intensiva e di personale medico specializzato, soprattutto in alcune regioni. Intanto coni nuovi finanziamenti si sta cercando di risolvere un problema che stava diventando veramente insostenibile, quello dell’imbuto formativo: oggi abbiamo 9mila laureati l’anno e 8mila posti nelle scuole di specializzazione, quindi nel giro di 12-24 mesi dovremmo aver risolto la questione.  Ma ad ogni modo bisognerebbe avere l’ambizione di creare un nuovo modello assistenziale nel territorio. Ecco perché i finanziamenti del Next Generation EU devono essere utilizzati nel miglior modo possibile, agendo quindi sulla capacità di spesa delle Regioni. Ci sarà poi un’accelerazione sulla digitalizzazione del SSN visto che c’è un capitolo sul fascicolo sanitario elettronico. Non è ammissibile che in alcune regioni ci siano ancora degli amanuensi che digitano di volta in volta i dati da inviare al ministero della Salute. Se fossero digitalizzati trarremmo grandi benefici anche in termini di trasparenza» ha concluso.

Scaccabarozzi (Janssen Italia): «Il Covid ci ha fatto riscoprire la centralità della nostra salute»

Ora più che mai è necessario concentrarsi sulla sanità del futuro per non farsi trovare impreparati: «Oggi è cruciale pensare al futuro – ha evidenziato Massimo Scaccabarozzi -. L’emergenza che viviamo potrebbe indurci a non pensare oltre e sarebbe un errore. Il Covid ci ha fatto riscoprire la centralità della nostra salute, ricordandoci che non c’è salute senza economia ma non c’è economia senza salute».

Il SSN, a detta di Scaccabarozzi, deve essere quindi ridisegnato come risposta ai bisogni delle comunità e dei territori: «Il Next Generation EU è un’opportunità che deve farci riflettere sull’equità delle cure e sulla digitalizzazione» ha aggiunto.

Un esempio è la domiciliazione dei farmaci: «Hanno aderito al progetto “Janssen a casa tua” undici regioni e abbiamo calcolato che in questo modo ogni paziente ha risparmiato 500km in un anno, guadagnandoli a livello di qualità di vita».

O ancora, la dematerializzazione della ricetta: «Se ne parlava da anni e grazie alla pandemia è stato messo insieme in pochi mesi. Un servizio che è stato molto apprezzato dai cittadini con un impatto positivo sulla qualità delle cure». Stesso discorso per la telemedicina: «Ha garantito la continuità di cure quando i malati non potevano andare in ospedale» ha sottolineato.

Scaccabarozzi: «Garantire la sostenibilità del SSN attraverso i due principi su cui si basa, universalità ed equità»

Garantire la sostenibilità del SSN attraverso i due principi su cui si basa, universalità ed equità. È questa la vera sfida futura secondo il Presidente di Janssen. «È arrivato il momento di uscire da uno schema datato che ha funzionato per decenni ma forse oggi non funziona più. Dobbiamo passare a un sistema che migliori la scelta delle allocazioni delle risorse. Forse l’era dei silos è finita e la crisi è il punto di partenza di questa riforma» ha concluso Scaccabarozzi.

 

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