L’Organizzazione Mondiale della Sanità ricorda che è «già previsto che si verifichi una quota di casi anche fra vaccinati»
«C’è una diffusa preoccupazione che i vaccini Covid attualmente disponibili possano aver ridotto la loro efficacia – misurata nel mondo reale – contro le 4 varianti di SARS-CoV-2 designate come di preoccupazione dall’Organizzazione mondiale della sanità». Timori che negli ultimi giorni si sono concentrati in particolare sulla variante Delta, in ascesa nel mondo. Ne è consapevole l’OMS, che nel suo report settimanale pubblica un focus proprio sui dati disponibili in contesti reali di popolazione, compreso quelli relativi alle varianti. «I risultati di diversi studi che valutano l’efficacia nel mondo reale di due vaccini, Vaxzevria di AstraZeneca e Comirnaty di Pfizer/BioNTech, contro la malattia sintomatica e l’infezione tendono ad essere inferiori per la variante altamente trasmissibile Delta rispetto alla variante Alfa. Tuttavia, questa differenza è ridotta oppure non osservata dopo la seconda dose e per gli esiti gravi di Covid», chiarisce l’agenzia Onu per la salute.
Sono comunque «necessari ulteriori studi» in contesti reali di popolazione «sull’efficacia dei vaccini – in relazione a più esiti – contro la Delta e altre varianti». L’Oms puntualizza anche che «è importante notare come casi di infezione o malattia sintomatica sono previsti anche tra le persone completamente vaccinate con tutti i prodotti» disponibili, «anche quelli con una efficacia molto elevata (calcolata come maggiore del 90%)» e questo aspetto diventa ovviamente «più evidente man mano che la popolazione si vaccina».
Quanto agli studi condotti nel mondo reale, al 20 luglio ce ne sono stati oltre 90 resi pubblicamente disponibili in versione sottoposta a revisione fra pari o preprint. La qualità è variabile, e il 62% (58 su 93) di questi lavori proviene da 3 Paesi che hanno introdotto precocemente campagne vaccinali anti-Covid (Israele, Regno Unito e Stati Uniti) e il 71% (66) si riferisce a due soli vaccini, Pfizer/BioNTech e AstraZeneca.
In generale, i risultati di efficacia nel mondo reale per la malattia sintomatica in soggetti completamente vaccinati, sono stati simili a quelli osservati negli studi randomizzati controllati su cui si è basata la decisione dell’OMS di inserire 6 prodotti scudo nell’elenco per l’uso di emergenza. Complessivamente, l’efficacia contro malattia grave, ospedalizzazione e morte è stata più alta rispetto alla malattia sintomatica non grave, con stime sopra l’80% per AstraZeneca, Moderna, Pfizer/BioNTech e Sinovac-CoronaVac. Contro l’infezione e l’infezione asintomatica l’efficacia nel mondo reale risulta leggermente inferiore rispetto a quella verso la malattia sintomatica, ma comunque per AstraZeneca, Moderna e Pfizer BioNTech, le stime per questi esiti sono quasi uniformemente superiori al 60%. Inoltre, diversi studi hanno dimostrato che, quando all’interno di una famiglia si contagia una persona vaccinata con almeno una dose, la trasmissione all’interno del nucleo si riduce di circa il 50% rispetto a quella che si verifica con un non vaccinato infetto. Ed è infine «importante sottolineare che l’efficacia dei vaccini sembra essere costantemente più elevata per tutti gli esiti dopo il ciclo completo, cioè almeno 7-14 giorni dopo la dose finale», conclude l’Oms.
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