In Italia è in forte crescita la percentuale della variante Omicron, con forti differenze regionali
Diciotto regioni coinvolte e circa 2mila tamponi sequenziati per una flash survey condotta dall’Istituto Superiore di Sanità che ha stimato la possibile presenza della variante Omicron intorno al 28% in Italia, anche se i risultati completi arriveranno il 29 dicembre. Sono stati considerati come possibili positivi a Omicron i campioni in cui risultava mancante uno dei tre geni che normalmente viene ricercato nei test diagnostici molecolari (“S gene dropout”) o altri test di screening per escludere la presenza della variante Delta, che è ancora dominante. Si attende una indicazione più precisa da una nuova survey prevista per il 3 gennaio. Rispetto ai dati di inizio mese, quello che è chiaro è che il tempo di raddoppio della variante è di circa due giorni.
«Anche se i risultati sono ancora preliminari, la stima conferma la grande velocità di diffusione della variante, che sembra dare focolai molto estesi in breve tempo e si avvia ad essere maggioritaria in breve tempo, come sta già avvenendo in diversi altri paesi europei – spiega il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro -. In base ai dati oggi disponibili le armi a disposizione sono la vaccinazione, con la terza dose tempestiva per chi ha già completato il primo ciclo, e le misure, individuali e collettive, per limitare la diffusione del virus, dall’uso delle mascherine alla limitazione dei contatti e degli assembramenti».
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