Le nuove varianti VOC 202012/01 (Uk) e 501.V2 (Sudafrica) rappresentano un rischio “elevato” per l’Europa e per il mondo se la diffusione di queste forme aumenterà. Si trasmette più in fretta e, contagiando più persone, potrebbe causare più decessi
Con la fine del 2020 sono arrivati i vaccini contro Sars-CoV-2. Da qualche settimana le somministrazioni sono cominciate in tutto il mondo e gli esperti concordano sulla svolta positiva che questo rappresenterà per il futuro. Ma con l’arrivo del nuovo anno coincidono anche le comparse di due nuove varianti del virus, definite “preoccupanti” e rintracciate in Gran Bretagna e Sudafrica. L’European centre for disease prevention and control (Ecdc) ha provveduto a una valutazione del rischio che VOC 202012/01 (Uk) e 501.V2 (Sudafrica) potrebbero rappresentare se diffuse in Europa e l’impatto sui sistemi sanitari. Va innanzitutto specificato che la mutazione è un comportamento costante dei virus, per cui l’emergere di nuove varianti viene definito «un effetto previsto». Dalla sua prima diffusione, Sars-CoV-2 ha già subito numerose mutazioni, dovute sia all’evoluzione che al processo di adattamento nei diversi territori. Nessuna ha però avuto un impatto significativo sulla diffusione del virus. La differenza con le ultime due varianti scoperte è che sembrano fornire al virus un «vantaggio selettivo», come una maggiore trasmissibilità o la possibilità di eludere la risposta immunitaria dell’ospite. Rappresentano pertanto, un rischio potenziale per la salute umana e da questo è sorta la definizione di “preoccupanti”.
Il Regno Unito (UK) ha dovuto affrontare un rapido aumento dei tassi di casi di Covid-19 nel sud-est, nell’est e nell’area di Londra, associato all’emergere della variante VOC 202012/01. Al 26 dicembre 2020, più di 3mila casi di questa nuova variante, confermati dal sequenziamento del genoma, sono stati segnalati dal Regno Unito. Sebbene sia stato segnalato per la prima volta all’inizio di dicembre, i casi iniziali sono stati identificati in modo retrospettivo come emersi alla fine di settembre. Analisi preliminari indicano che la nuova variante ha aumentato la trasmissibilità rispetto alle varianti circolanti in precedenza, ma finora non è stato identificato alcun aumento della gravità dell’infezione. Dal 26 dicembre, la variante è stata trovata in molti paesi europei (Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, germania, Islanda, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Svezia). E nel mondo (Australia, Canada, Hong Kong SAR, India, Israele, Giappone, Giordania, Lbano, Sud Corea, Svizzera e Singapore).
Il Sudafrica ha segnalato un’altra variante, designata come 501.V2, che è anch’essa potenzialmente preoccupante. I primi campioni sequenziati risalgono ad ottobre, ma ad oggi sembra essere la forma dominante del virus. I risultati preliminari indicano, anche in questo caso, che la variante può avere una maggiore trasmissibilità. Tuttavia non ci sono prove che 501.V2 sia associata a una maggiore gravità dell’infezione. Al 28 dicembre 2020, tutti i casi trovati di questa variante fuori dal suo paese di origine sono legati a persone di ritorno da viaggi in Sudafrica.
Secondo l’Ecdc la probabilità che le due varianti vengano introdotte e ulteriormente diffuse in Europa è attualmente elevata. Anche se la forma di virus che veicolano non sembra essere più aggressiva, risultando più trasmissibile aumenta il numero dei casi, con annessi i ricoveri e le possibili morti per soggetti di età avanzata e con comorbilità. Dunque «il rischio complessivo associato è valutato come alto» così come quello di una possibile ripercussione sui sistemi sanitari dopo le feste di Natale è stabilito come elevato. Si raccomanda ai singoli paesi di rimarcare l’importanza degli interventi non farmaceutici, come chiusure o lockdown, e di considerare le raccomandazioni per evitare viaggi non essenziali, oltre che attività sociali.
Ritardare l’introduzione e l’ulteriore diffusione delle nuove varianti è sempre possibile. Ecdc consiglia di:
Sebbene nel breve-medio termine l’introduzione delle vaccinazioni contribuirà probabilmente alla risposta, «queste misure immediate sono essenziali fino a quando le dosi non saranno disponibili in numero sufficiente e avranno dimostrato di avere un effetto attenuante».
Per ora è essenziale un attento monitoraggio da parte di tutti gli stati membri per improvvisi cambiamenti nei tassi di trasmissione o nella gravità di Covid-19. Da condividere a livello più alto per una valutazione più chiara tra qualche settimana. Le autorità sanitarie pubbliche nazionali dovrebbero notificare i casi della nuova variante, così come qualsiasi altra nuova variante Sars-CoV-2 potenzialmente preoccupante. Attraverso il sistema di allarme rapido e risposta (EWRS) e il sistema europeo di sorveglianza (TESSy) per sorveglianza e reportistica aggregata, adattata a tal fine.
Per essere in grado di rilevare le introduzioni di varianti note, nonché l’emergere di nuove varianti preoccupanti, gli Stati membri devono eseguire tempestivamente il sequenziamento del genoma di una selezione significativa e rappresentativa di isolati. Il Regno Unito ha dimostrato che il suo programma di sequenziamento è in grado di rilevare varianti emergenti. Idealmente, gli Stati membri dovrebbero mirare a una tempestività e una frazione di campioni sequenziati simili, sebbene ciò dipenderà dalla disponibilità di risorse.
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