Il governatore leghista difende il provvedimento: «In questo momento storico sono a repentaglio servizi, reparti e forse anche ospedali: mancano 56mila in Italia e 1300 medici in Veneto, è grave». E annuncia provvedimento insieme a Bonaccini dell’Emilia-Romagna
La scelta della Regione Veneto di procedere all’assunzione di 500 medici neolaureati non specializzati da inserire nei reparti ospedalieri più carenti della regione continua a far discutere il mondo medico e il mondo politico. Se da un lato il governatore del Veneto Luca Zaia è determinato a difendere il provvedimento, dall’altro non mancano critiche molto dure come quella del virologo Roberto Burioni. Qualche giorno fa Burioni aveva scritto su Facebook: «Se il direttore di un’orchestra invece di assumere diplomati al conservatorio si accontentasse di musicisti che hanno fatto solo 92 ore di tirocinio come pensate che ne uscirebbe la musica? Ovviamente massacrata. Bene sappiate che la musica siete voi se finite al Pronto soccorso in Veneto».
Oggi è arrivata la dura replica di Zaia: «Non mi risulta che debba decidere lui cosa deve fare la regione del Veneto, visto e considerato che rispettiamo le legge: andiamo in tribunale eventualmente» ha detto il Governatore leghista che poi ha aggiunto: «Va ricordato che Burioni è lo stesso che sosteneva che il nostro modello di vaccinazione era sbagliato mentre altri 15 paesi europei, tra cui Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna, l’avevano uguale».
Poi Zaia torna sul tema della carenza di medici: «Non viviamo di angherie o di dispetti, i dati mi dicono che le borse di studio sono inferiori alla necessità e che le Università sfornano meno medici di quelli che ci servono. In questo momento storico sono a repentaglio servizi, reparti e forse anche ospedali: mancano 56mila medici in Italia e 1300 medici in Veneto, è grave». E aggiunge: «C’è un problema e abbiamo trovato una soluzione, si tratta di medici laureati e abilitati. Ovviamente non abbiamo mai detto che possono andare a fare gli specialisti ma saranno impiegati in reparti come geriatria, medicina generale e pronto soccorso. Rispettiamo la formazione universitaria, crediamo nell’università e siamo certi che l’iper specializzazione sia il futuro. Ma si tratta di un cerotto necessario, vista e considerata la situazione attuale». Il governatore ha poi spiegato che a metà settembre sarà presentata sul tema una “proposta strong” in collaborazione con il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.