Intervista al direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben: «Non sempre le idroambulanze riescono a passare sotto i ponti. I pazienti possono chiedere di rinviare visite o prestazioni». E le strutture sanitarie offrono ospitalità a chi ne ha bisogno
Venezia si è svegliata sotto la pioggia. E con il suono delle sirene che indica il massimo allarme. Il sole che ieri splendeva sulla città è stato solo una fugace illusione, che ha permesso ai veneziani di far asciugare gli oggetti finiti sotto l’acqua. Oggi, però, la paura è tornata.
In mattinata la marea ha raggiunto i 154 cm. Piazza San Marco è stata chiusa ed il 70% della città risulta allagato. Una situazione “pesante e difficile” anche per i servizi sanitari. Così la definisce Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, che in queste ore sta visitando le strutture sanitarie presenti nelle aree colpite dall’acqua granda.
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«Finora siamo stati in grado di rispondere a tutte le richieste di tipo sanitario provenienti dalla popolazione – spiega ai nostri microfoni -. La situazione sembra essere sotto controllo. Abbiamo avuto qualche problema con alcune dimissioni programmate perché non sempre le idroambulanze riescono a passare sotto i ponti». Per questo sono stati attivati dei protocolli di emergenza, che coinvolgono capitaneria di porto e vigili del fuoco per consentire al personale sanitario di viaggiare in laguna in sicurezza quando si presentano condizioni critiche come quelle di questi giorni.
L’acqua alta ha reso più difficile anche per gli utenti raggiungere le strutture: «Il personale sanitario è giunto regolarmente sul posto e quindi i servizi funzionano, ma i pazienti che volessero rinviare le visite o le prestazioni prenotate possono chiedere di riprogrammarle».
Da sottolineare, inoltre, che le strutture hanno offerto ospitalità a chi ne avesse bisogno: «Abbiamo fatto qualche ricovero di carattere sociale per aiutare coloro che si trovano in questa situazione disagiata. Il centro di Pellestrina (l’isola della laguna in cui sono decedute due persone, una a causa di un corto circuito e l’altra probabilmente per cause naturali, ndr) è rimasto aperto tutta la notte».
Non si registrano richieste particolari di soccorso legate all’emergenza. Ma gli sguardi di tutti i veneziani continuano ad essere rivolti al cielo e al mare. E ad essere pieni di preoccupazione.