Salute 7 Ottobre 2019 10:10

Venturi (E. Romagna): «Più competenze alle professioni sanitarie». Insorgono i medici

Sono diventate un caso le parole dell’assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna, secondo cui «con meno medici si libererebbero risorse importanti». Immediata la replica del Presidente della Federazione degli Ordini Filippo Anelli: «Parole in libertà»

Non è stato un week end tranquillo per il mondo della sanità. Ad agitare le acque ci ha pensato Sergio Venturi, Assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna e Presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità, che al Consiglio nazionale della Fials a Riccione ha affrontato il tema della valorizzazione delle professioni sanitarie. Parole che non sono piaciute al mondo della sanità che ha reagito con durezza.

LE PAROLE DI VENTURI

Secondo Venturi «ci sono cose che le professioni possono fare senza l’aiuto del comitato di settore, senza bisogno della politica» e poi ha spiegato: «Servirebbe che gli ordini si mettessero tutti attorno ad un tavolo. Se i medici la smettono di volere fare delle cose che non gli competono, gli infermieri si assumono la responsabilità di fare, se c’è un accordo complessivo, ci sarebbero meno medici e mi parrebbe che fosse anche normale nel futuro».

LEGGI ANCHE: AMBULANZE SENZA MEDICI, OMCeO BOLOGNA RADIA VENTURI. PROFESSIONI SANITARIE LO DIFENDONO, OPPOSIZIONI CHIEDONO DIMISSIONI

Venturi non ci è andato leggero: «Quando leggo i medici che si lamentano di continuo sui loro stipendi, sono medico anch’io, medici che si lamentano e prendono 2500 euro appena assunti, poi 3mila, 4 mila, 5 mila, io dico che siamo un paese dove tutti si lamentano, mi sembra che forse non sono così sfortunati».

Sul banco degli imputati anche un passaggio sugli anestesisti: «Sono le professioni che devono rivendicare. Non posso essere io ad andare in giro a dire che negli Stati Uniti l’86% delle somministrazioni delle anestesie è opera degli infermieri anestesisti. Dovete cominciarlo a dirlo voi. Come è successo negli USA e in Canada c’è bisogno che le professioni si confrontino seriamente e si mettano d’accordo».

Un discorso, quello dell’assessore dell’Emilia Romagna, che ha anche una ricaduta economica, come spiega sempre al Congresso Fials: «Se ci sono meno medici, a parte le risorse che si liberano, un medico neo assunto costa 70mila euro complessivamente, un infermiere 36mila, se mi vanno via due medici ed io prendo due infermieri o tecnici, sapete quanti soldi che possiamo distribuire ai professionisti, ai medici e ai professionisti? Se questi erano minimamente intelligenti e non fossero diventati degli impiegati, perché questo è il problema dei medici. Il medico vuole essere il burocrate, vuole essere lui a fare l’anamnesi ma per quale motivo?».

Oggi con una nota Venturi ha provato a chiarire il senso del suo pensiero: «Se nel corso del mio intervento di sabato non sono riuscito a rendere questi concetti, me ne rammarico, ma invito a non estrapolare singole frasi dal discorso nel suo complesso. Ma, sia chiaro, ho perfettamente presente il fatto che la sfida per la qualità della sanità pubblica si vince lavorando assieme. Non perché ci sono le elezioni, ma perché in Emilia-Romagna si fa così. Senza sovrapporre i ruoli, valorizzando le specificità, rimuovendo gli ostacoli. Perché- conclude l’assessore- stiamo parlando della salute di tutti, e su questo non possiamo permetterci di perdere nemmeno un minuto del nostro tempo».

LE REAZIONI DEL MONDO MEDICO

Le parole di Venturi hanno fatto insorgere il mondo medico. Per il Presidente della Federazione degli Ordini dei Medici Filippo Anelli si tratta di «parole in libertà, che rischiano però di creare una spaccatura sia tra le Professioni sia all’interno della Politica, in un momento in cui c’è invece una grande unione e collaborazione per sostenere il nostro Servizio sanitario nazionale, in ottemperanza all’articolo 32 della Costituzione. All’assessore Venturi diciamo che nessun politico potrà scalfire questa unione, perché nessuno di noi vuole una guerra tra professioni, ma semmai una battaglia, sullo stesso fronte, contro le disuguaglianze nell’accesso alle cure, contro la carenza di professionisti, per un miglioramento delle competenze e per l’aumento della qualità dell’assistenza».

«Un intervento spregevole» per Guido Quici, presidente della Federazione CIMO-FESMED che aggiunge: «Un’offesa gratuita nei confronti dei medici e degli stessi infermieri e tecnici perché l’importante, secondo l’assessore regionale, è garantire il servizio sanitario al più basso costo possibile e a prescindere dalla figura professionale o dal livello delle cure». Vergognose secondo Quici le critiche sui medici che lamentano bassi guadagni e che, secondo Venturi, fanno gli impiegati. «Sarà utile ricordare – commenta il presidente CIMO-FESMED – che la figura dell’impiegato-medico è proprio quella dell’Assessore Venturi, almeno degli ultimi 20 anni: magari con guadagni doppi rispetto a un comune medico, magari senza rischi medico-legali, magari senza aver mai fatto un turno in pronto soccorso… ma con una profonda “amnesia” sul ruolo della politica che ha costretto i medici a vivere la loro professione sempre più come medicina amministrata e difensiva».

«Una saga di trasparenti e qualunquistiche argomentazioni contro la categoria dei Medici» tuona il segretario dello SNAMI Angelo Testa.

Sul piede di guerra il sindacato AAROI-EMAC anche per le parole sugli anestesisti: «Nessun politico o amministratore del SSN nominato dalla politica si azzardi a mettere in dubbio che le attività mediche di nostra competenza debbano restare mediche e non esserci rubate da figure infermieristiche. Altrimenti rischia di farsi male» sottolinea il Presidente Alessandro Vergallo che aggiunge: «Quello del Task Snatching ai nostri danni è un vecchio vizio di una certa politica» e ancora: «In tutto il discorso di Venturi c’è la chiamata a raccolta per attaccare le prerogative mediche, a fini evidentemente di consenso politico a favore dello schieramento di sua appartenenza, degli infermieri e dei tecnici sanitari. Promette loro appoggio, per tale attacco, anche proponendosi come tramite presso il neoministro della Salute».

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