Ci stiamo avvicinando verso la scadenza dell’obbligo di indossare le mascherine nelle strutture sanitarie. Si iniziano a vagliare diverse ipotesi. Sanità Informazione ha intervistato il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. Cosa succederà?
Ci stiamo avvicinando verso la scadenza dell’obbligo di indossare la mascherina negli ospedali, nelle Rsa, negli studi medici e nelle struttire sanitarie in generale. In assenza di ulteriori proroghe, infatti, l’obbligo dovrebbe decadere il prossimo 30 aprile. Cosa sceglierà di fare il ministro della Salute, Orazio Schillaci, non lo sappiamo ancora. Potrebbe non fare nulla oppure prevedere una nuova proroga. «Si deciderà sulla base delle evidenze scientifiche», ha preannunciato il ministro, secondo il quale ospedali e Rsa sono luoghi che «devono rimanere protetti, specialmente dove ci sono persone fragili». Ma ci sarebbe un’altra ipotesi da valutare e a spiegarla a Sanità Informazione è stato il Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato. Al vaglio dunque ci sarebbe l’idea di una sorta di obbligo «a metà».
«L’uso delle mascherine in ospedale rimane uno strumento di protezione per il malato», specifica Gemmato. «Personalmente, credo che nei reparti a maggior rischio sarebbe utile tenere l’obbligo, in altri no», aggiunge. Quello che, secondo il Sottosegretario alla Salute, è certo che «bisogna evitare l’approccio ideologico: sì mask o no mask», dice. «Meglio averne uno del tipo ‘sì cervello’», sottolinea Gemmato. «L’uso di mascherine in ospedale ritengo sia giusto – precisa – nel momento in cui aiuta a proteggere una persona fragile: se si entra in un reparto di terapia intensiva, o dove ci sono immunodepressi o persone con malattie polmonari è utile. Se si entra in un reparto di ortopedia, con ragazzini che sono lì perché si sono fatti male giocando a pallone, è un altro conto. Bisogna contestualizzare».
La comunità scientifica italiana è divisa: c’è chi ancora considera l’obbligo di indossare la mascherina ancora una misura necessaria e chi ammette tranquillamente di non indossarla già più. «Da sei mesi non indosso la mascherina, neppure in ospedale», ha riferito Alberto Zangrillo direttore della Anestesia-rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano, già coordinatore della seconda sezione del Consiglio superiore di Sanità. «Qualcuno mi guarda male, non mi importa. Nel complesso oggi la mascherina è inutile come tante cose», aggiunge. Contro l’obbligo anche Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. «Credo che con maggio sia giusto levare ogni tipo di obbligo». La pensa diversamente Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. «La mascherina in ospedale dovrebbe essere sempre obbligatoria, indipendentemente dalla situazione Covid», dice. «Le infezioni nosocomiali non riguardano soltanto il Covid. Gli ospedali tendono a selezionare batteri di un certo tipo anche resistenti agli antibiotici», aggiunge.
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