Salute 28 Giugno 2024 15:54

Virus Sinciziale, seconda causa di morte entro il primo anno: “Per la prossima stagione implementare l’immunoprofilassi”

Oggi a Bari un convegno istituzionale dedicato all’importanza di mettere in atto una strategia di prevenzione che eviti la contrazione di questo virus e il conseguente impatto sul Sistema Sanitario Nazionale, con particolare attenzione all’introduzione di un nuovo anticorpo monoclonale oggi a disposizione

Virus Sinciziale, seconda causa di morte entro il primo anno: “Per la prossima stagione implementare l’immunoprofilassi”

Il Virus Respiratorio Sinciziale (Respiratory Syncytial Virus – RSV) è, a livello globale, la principale causa di infezioni respiratorie pediatriche e la seconda causa di morte entro il primo anno di età. In virtù della sua diffusione e aggressività esponenti delle Istituzioni a livello nazionale e locale, società scientifiche, rappresentanti delle Associazioni Pazienti ed esperti si sono confrontati sull’urgenza di prevedere nuove azioni in vista dell’arrivo della nuova stagione, nel corso del convegno “Infezioni da RSV: nuove strategie e strumenti per la tutela della salute dei bambini”, oggi a Bari. Tra i temi dell’incontro, la programmazione di un calendario nazionale di immunizzazione che ponga l’attenzione sulle nuove opportunità per la prevenzione del RSV attraverso una strategia di immunoprofilassi passiva per tutti i bambini e l’organizzazione del Sistema Sanitario affinché sia dotato degli strumenti adatti, così da garantire una campagna efficiente che assicuri la protezione a tutti i bambini nel loro primo anno di vita.

La legge della regione Puglia

“Finalmente abbiamo a disposizione efficaci armi di prevenzione per proteggere i nuovi nati dal Virus Respiratorio Sinciziale – dice Pierluigi Lopalco, Professore ordinario di Igiene, Università del Salento, e Consigliere regionale, membro e segretario della Commissione Salute regionale Puglia  -. La Puglia è stata la prima regione nel nostro Paese a riconoscere quella verso l’RSV una sfida importante di igiene pubblica, approvando nelle scorse settimane una legge che stabilisce misure di prevenzione precise per le malattie causate da questo virus. È ora importante farsi trovare pronti alla prossima stagione e implementare sul territorio un’efficace campagna di immunoprofilassi su tutti i neonati e i bambini nei primi mesi di vita, ovvero che si affacciano alla prima stagione di RSV. Questa ha una forte incidenza sulla loro salute e può lasciare strascichi importanti che si possono trasformare in malattie respiratorie croniche nel loro percorso futuro”.

L’anticorpo monoclonale

“L’RSV è una patologia per la quale non abbiamo una modalità terapeutica efficace. Pertanto, mettere in atto la più efficace strategia preventiva è essenziale. Finalmente disponiamo di strumenti efficaci e sicuri per ridurre drasticamente il carico della malattia e cambiare il corso naturale della malattia. Importante – aggiunge Nicola Laforgia, Direttore UOC Neonatologia e TIN dell’AOU Policlinico di Bari – poter disporre oggi di uno strumento come l’anticorpo monoclonale che protegga tutti i bambini sotto l’anno di vita, vale a dire nella fascia di età più a rischio e che maggiormente vanno a gravare sull’impegno ospedaliero nei casi più gravi che richiedono l’accesso alle terapie intensive”.

Il virus, cosa c’è da sapere

L’RSV è un virus stagionale che circola generalmente tra ottobre e marzo, con un picco nei mesi di dicembre-febbraio. Viene trasmesso attraverso le secrezioni orali e nasali e, solitamente, si localizza nel tratto respiratorio superiore diffondendosi rapidamente alle basse vie aeree. L’RSV è responsabile dell’80% di bronchioliti e del 40% di polmoniti che richiedono ospedalizzazione nei bambini.  In un’intera coorte di nascita (circa 400mila nuovi nati in Italia), oltre il 60% dei bambini si infetta entro il primo anno di età e quasi tutti entro il secondo anno, con oltre il 20% (più di 80milaa) dei bambini a rischio di sviluppare un’infezione grave che richiede assistenza ambulatoriale od ospedaliera e che può determinare sequele a medio e lungo termine. Circa il 6% (24mila) accede al pronto soccorso, ed il 4% (16mila) richiede ospedalizzazione. Dei bambini ospedalizzati, circa il 20% (circa 3200) ha necessità di ricovero in reparti di terapia intensiva.

Le conseguenze a lungo termine

Il burden del RSV va oltre l’assistenza medica iniziale, con aumentato rischio di bisogno di cure anche nel medio e lungo termine. L’aver avuto una bronchiolite da RSV nel primo anno di vita si associa infatti ad un aumentato rischio nel corso dell’infanzia di otite media, infezioni respiratorie ricorrenti, broncospasmo e utilizzo inappropriato di antibiotici mentre, a più lungo termine, vi è un aumentato rischio di sviluppare wheezing e asma bronchiale nel circa il 40% dei casi. Poiché i principali fattori di rischio sono la stagionalità e l’età, tutti i bambini sono a rischio di sviluppare un’infezione severa da RSV tale da richiedere assistenza medica, ambulatoriale od ospedaliera. Pertanto, tutti i bambini hanno bisogno di essere protetti.

L’impatto economico sul SSN

Come di recente stimato da un gruppo di esperti, in termini di impatto economico sul Servizio Sanitario Nazionale Italiano, la spesa associata alla gestione delle forme medicalmente assistite di RSV, nonché alla gestione delle sue complicazioni, risulta essere pari a circa 64 milioni di euro/annui di costi diretti. Inoltre, vanno considerati i costi aggiuntivi dell’attuale profilassi effettuata ai soggetti ad alto rischio (circa 13mila bambini, 4,4% della corte di nascita), pari a circa 43 milioni di euro (nella stagione 2022/2023), e i costi indiretti determinati dalla perdita di produttività per morte prematura (16 decessi correlati al RSV), che risultano pari a circa 3 milioni di euro. Pertanto, secondo quanto stimato dallo stesso gruppo di esperti, in Italia ogni anno il burden economico è pari a circa 100 milioni di euro.

L’intervento delle Istituzioni

“Desidero sottolineare l’importanza cruciale che il Ministero della Salute e le Regioni si impegnino congiuntamente nella prevenzione del Virus Respiratorio Sinciziale nei bambini. L’RSV, come dichiarato dall’OMS, è un problema insoddisfatto di Sanità Pubblica, ed è la principale causa di bronchiolite, un’infezione polmonare che può essere grave nei neonati e nei bambini piccoli. A marzo 2024 la Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute ha rilasciato una circolare nella quale informava le regioni degli strumenti disponibili per l’atto preventivo. Per garantire un approccio uniforme e senza disparità, la Direzione sta attivando ogni procedura necessaria per l’aggiornamento del calendario vaccinale, a partire dal parere del NITAG, il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni”, commenta l’On. Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute.

“È ormai noto che l’RSV nei bambini è un problema di sanità pubblica insoddisfatto. L’arma migliore è l’immunoprofilassi passiva con gli anticorpi monoclonali come affermano le società scientifiche. A marzo di quest’anno con “l’Alleanza per un’Infanzia libera dall’RSV” abbiamo delineato le cinque azioni che è necessario implementare quanto prima, per affrontare, con gli strumenti oggi disponibili e con un indirizzo comune, un bisogno di sanità pubblica ancora insoddisfatto come l’RSV nei bambini, riducendo gli impatti per il nostro SSN ed evitando disparità a livello regionale – aggiunge il Sen. Ignazio Zullo, membro X Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), Senato della Repubblica -. È il momento di agire affinché ciò diventi possibile in tutte le regioni italiane. Ciò che manca ora è un’azione organica delle Istituzioni con l’aggiornamento del calendario nazionale di immunizzazione entro la fine di quest’anno, per arrivare alle regioni che in questi giorni devono assicurare l’approvvigionamento per il prossimo autunno/inverno, come già avviene in altri Paesi europei. Ho preso l’impegno di depositare una mozione – conclude – che impegni il Governo in tal senso facendo seguito alla circolare dello scorso marzo”.

 

 

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