Musica in corsia per i pazienti dell’Ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino. Chiara Benedetto, Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus che promuove il progetto: «La musica dal vivo generi un valore aggiunto nell’empatia tra musicista e paziente: vera meraviglia, quasi una primavera»
Musica in corsia per accompagnare i pazienti nei loro difficili percorsi di cura. Questo il progetto ‘Vitamine musicali’ realizzato dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus all’Ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino. «La musica eseguita dal vivo in reparto nasce da una specifica richiesta del personale che da tempo utilizza radio e cd per ‘cambiare i paesaggi mentali‘ delle pazienti» spiega la Presidente della Fondazione Chiara Benedetto.
Il progetto ha visto una fase sperimentale, iniziata nel 2016 che ha visto come protagonisti i cantautori dell’Associazione Ars Nova – Magica Torino, i Maestri della Filarmonica del Regio, studenti e docenti del Conservatorio Giuseppe Verdi, Xenia Ensemble e l’Accademia di S. Pelagia che si sono alternati nel corso delle settimane per allietare i pazienti con violini, flauti e pianoforti. L’esperimento ha ottenuto un enorme successo testimoniato dalle espressioni che le donne, terminata la chemio, hanno affidato al ‘libro del cuore’ del reparto. Dopo questo tentativo terminato con un felice esito, ‘Vitamine musicali’ si consolida e prosegue il suo viaggio nei corridoi dell’ospedale.
«La Fondazione Medicina a Misura di Donna, coinvolta per il percorso ‘Cultura e Salute‘ che sta contribuendo al miglioramento del clima nel luogo di cura, è partita dall’analisi dei bisogni per progettare un percorso creando partnership con le istituzioni culturali del territorio – prosegue la Presidente Benedetto -. Dopo una fase pilota durata tre mesi è stata organizzata una vera e propria programmazione con sei istituzioni culturali musicali, al momento completamente autofinanziata. Nel corso del progetto pilota abbiamo potuto verificare come la musica dal vivo generi un valore aggiunto nell’empatia tra musicista e paziente: vera meraviglia, quasi una primavera soprattutto con giovani esecutori».
La musica dal vivo migliora l’umore e il tono emozionale dei pazienti, dei loro parenti e del personale. L’obiettivo primario è umanizzare i luoghi di cura rendendoli più confortevoli e accoglienti. «Dai focus group condotti dal team del Prof. Pier Luigi Sacco, – prosegue la Presidente – economista della cultura, senior researcher del Metalab di Harvard interessato alla progettualità della nostra Fondazione, sono emerse solo due richieste: musica ogni giorno e di maggior durata. Sono stati sperimentati più generi, linguaggi, target di esecutori: musica classica, jazz, celtica, d’autore. Gli strumenti ad arco, arpa, chitarra, violino, viola sono con la voce umana femminile, i più vicini al sentire delle donne. La progettualità è realizzata sia per le pazienti sia per il personale che ogni giorno è a contatto con le tensioni della lotta alla malattia e con la sofferenza».