Lo studio si basa sia sui dati dell’Osservatorio della salute globale Oms, come fonte di dati globali, sia su dati a livello nazionale che coprono tutti i continenti, per un totale di 183 Stati
Viviamo sempre più a lungo ma, spesso, gli anni di vita ‘guadagnati’ li trascorriamo alle prese con acciacchi e malattie. Questo divario, tra la vita vissuta in buona salute e l’aspettativa di vita media di una persona, è di ben 9,6 anni. Cifra aumentata del 13% in 20 anni. Sul podio delle Nazioni dove all’aumentata longevità corrisponde anche un carico maggiore di malattie non trasmissibili ci sono gli Stati Uniti: oltreoceano gli anni di divario sono ben 12,4. L’Italia non è da meno: in media sono circa 11 gli anni di salute precaria o da vivere con qualche disabilità che ci attendono in vecchiaia. A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Jama network open e condotto da Andre Terzic della Mayo Clinic di Rochester.
Lo studio si basa sia sui dati dell’Osservatorio della salute globale Oms, come fonte di dati globali, sia su dati a livello nazionale che coprono tutti i continenti, per un totale di 183 Stati. Dal lavoro emerge che il divario tra anni vissuti in salute (il numero di anni che le persone vivono libere da malattie) e durata media della vita è aumentato a livello globale negli ultimi due decenni tra i 183 Stati membri dell’Oms, arrivando a 9,6 anni in media nel 2019 contro 8,5 anni nel 2000 (un aumento del 13% in due decadi). Emerse anche disparità di genere: le donne vivono più a lungo ma con un carico di malattie non trasmissibili nettamente più elevato. Le donne, infatti, presentano un divario medio di 2,4 anni in più rispetto agli uomini. Il divario tra anni vissuti in buona salute e aspettativa di vita sale al crescere del carico dovuto alle cosiddette malattie non trasmissibili (come le malattie croniche quali il diabete e i disturbi cardiovascolari).
Agli Stati Uniti seguono Australia (12,1 anni), Nuova Zelanda (11,8 anni), Regno Unito (11,3 anni), Norvegia (11,2 anni) e Italia con circa 11. Il divario tra anni di vita in salute e vita media è sicuramente amplificato dall’aumento della longevità, sottolineano gli esperti. Tuttavia lo studio evidenzia una crescente minaccia globale alla longevità in salute e indica la necessità di accelerare il passaggio a sistemi di cura incentrati sul benessere. In questo contesto, il ‘Decennio delle Nazioni Unite per l’invecchiamento in buona salute’ (2021-2030, iniziativa per migliorare la vita delle persone anziane) aspira a far evolvere l’attenzione della società dalla longevità alla longevità in buona salute. Per i ricercatori “lo studio indica la necessità di un passaggio accelerato a sistemi di assistenza proattivi incentrati sul benessere. Il crescente divario tra la longevità e la durata effettiva della vita in buona salute impone di adottare misure che riducano il divario crescente”, evidenziano. Infine, gli studiosi ritengono che “l’identificazione dei fattori che contribuiscono al divario per ogni area geografica analizzata potrà aiutare ad indirizzare le priorità di intervento specifici”.
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