Pubblicati i dati della sorveglianza Passi 2022-2023 dell’Istituto superiore di Sanità in occasione della Giornata mondiale del Diabete che si celebra domani e che quest’anno ha per tema il benessere dei pazienti al centro della cura
Il 5% degli adulti italiani ha una diagnosi di diabete e, tra questi, l’87% è in trattamento farmacologico, in un caso su tre sotto il monitoraggio di un centro specialistico. Sono solo alcuni dei dati della sorveglianza Passi 2022-2023 pubblicati dall’Istituto superiore di Sanità in occasione della Giornata mondiale del Diabete, che si celebra domani e che quest’anno ha per tema il benessere dei pazienti al centro della cura. Dai dati emerge che meno del 5% della popolazione adulta tra i 18 e i 69 anni ha riferito di avere una diagnosi di diabete nel nostro paese nel biennio 2022-2023. La prevalenza dei diabetici cresce con l’età: tra gli under 50 è il 2% e sfiora il 9% fra i 50-69enni. È più frequente fra gli uomini che fra le donne: 5,3% e 4,4% rispettivamente, nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche. Sfiora il 16% fra chi non ha alcun titolo di studio o al massimo la licenza elementare, e raggiunge l’9% fra le persone con molte difficoltà economiche. Non emergono ampie differenze geografiche, ma le prevalenze più alte di malattia si osservano in alcune regioni del Sud-Italia.
Il diabete è “fortemente associato”, così come evidenziato dall’Iss, ad altri fattori di rischio cardiovascolari come l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, l’eccesso di peso e la sedentarietà, segni che risultano molto più frequenti tra chi ha una diagnosi di diabete: il 49% di loro riferisce una diagnosi di ipertensione (contro il 17% fra le persone senza diagnosi di diabete), il 42% una diagnosi di ipercolesterolemia (contro il 17% fra chi non ha il diabete), il 70% sostiene di essere in eccesso ponderale (Imc ≥ 25 contro il 42% fra le persone senza diagnosi di diabete) e solo il 45% di loro sta seguendo una dieta per cercare di perdere peso. Ancora, il 48% delle persone con diabete è completamente sedentario (il 34% tra le persone senza diagnosi di diabete) e il 22% fuma (lo fa il 25% fra chi non ha una diagnosi di diabete).
Dal 2011 Passi raccoglie le informazioni sul monitoraggio metabolico e la terapia di persone con diabete e dai dati risulta che circa di un terzo dei pazienti diabetici riferisce di essere seguito esclusivamente dal centro diabetologico (32%), ancor meno solo dal proprio medico di medicina generale (26%), e poco più di un terzo da entrambi (36%). Pochi dichiarano di essere seguiti da altri specialisti (3%) e meno di due su 100 riferiscono di non essere seguiti da nessuno. Solo il 43% dei pazienti ha controllato l’emoglobina glicata. Quasi il 67% di tutte le persone che dichiarano di avere il diabete ha effettuato il controllo dell’emoglobina glicata nei 12 mesi precedenti l’intervista. L’87% delle persone con diabete dichiara di essere sotto trattamento farmacologico per il controllo del diabete, la gran parte (78%) con ipoglicemizzanti orali e circa un paziente su tre ricorre all’insulina.
I dati e le cifre sul diabete mostrano il crescente peso globale per le persone le famiglie e i Paesi. Tuttavia, è possibile ridurre l’impatto del diabete adottando misure di prevenzione per il diabete di tipo 2 e fornendo diagnosi precoce e cure adeguate. Prevenire il diabete di tipo 2 implica uno stile di vita sano: “Seguire una dieta equilibrata, fare esercizio fisico regolare, evitare cibi zuccherati e trasformati, mantenere un peso sano, e infine, sottoporsi a screening e controlli regolari se si è a rischio per rilevare i primi segni e ritardare o prevenire l’insorgenza della malattia”, concludono gli esperti dell’Iss.
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