Piovella (SOI): “Il glaucoma è dovuto generalmente all’aumento della pressione interna dell’occhio ed è possibile diagnosticarlo durante una consueta visita oculistica. L’unico sintomo è la perdita progressiva della vista che, tuttavia, si manifesta solo quando la patologia è in uno stadio avanzato”
È la seconda causa di disabilità visiva e cecità in Italia. Nel nostro Paese interessa circa un milione di persone, tra soggetti a rischio o predisposti, 55 milioni nel mondo. È il glaucoma, una patologia cronica degenerativa: “Questa malattia viene detta anche ladra silenziosa della vista, perché non evidenzia disturbi significativi se non quando ormai è troppo tardi”, dice Matteo Piovella, presidente della SOI, la Società Oftalmologica Italiana, in un’intervista a Sanità Informazione, a pochi giorni dalla Settimana mondiale del glaucoma 2024, il World Glaucoma Week, in programma dal 10 al 16 marzo.
Il glaucoma può essere diagnostico nel corso di una consueta visita oculistica, in particolare attraverso il controllo della pressione oculare: “Il glaucoma spiega Piovella – è dovuto generalmente all’aumento della pressione interna dell’occhio. In alcuni casi, ma molto più limitati a causarlo è la riduzione dell’apporto di sangue al nervo ottico, il nervo responsabile della trasmissione delle informazioni visive dalla retina al cervello. Le persone che hanno subito un danno al nervo ottico percepiranno una perdita del campo visivo, inizialmente nelle porzioni più periferiche per poi coinvolgere, via via, anche le porzioni centrali del campo visivo, fino a compromettendo notevolmente la vista”.
Di conseguenza, tutti coloro che non si sottopongono a controlli regolari della vista, si accorgeranno della patologia solo quando sarà troppo tardi, ovvero quando la capacità visiva sarà irreversibilmente ridotta. “Per questo – sottolinea il presidente della SOI – durante la Settimana mondiale del glaucoma è doveroso ricordare a tutti i cittadini gli appuntamenti previsti dal Calendario delle visite oculistiche, stilato dalla stessa Società Oftalmologica italiana. La prima visita oculistica va effettuata alla nascita, una seconda entro i tre anni, poi in età scolare e in adolescenza per accertare l’eventuale comparsa di miopia. Il quarantesimo anno di vita è un altro momento cruciale, a partire dal quale è necessario fare una visita oculistica ogni due anni. I tempi tra un controllo e l’altro devono dimezzarsi dai 60 anni in poi, epoca in cui sarà necessario andare dall’oculista una volta ogni 12 mesi. Ovviamente – sottolinea Piovella – il calendario delle visite va implementato, sotto consiglio dello specialista, in presenza di difetti della vista o in caso di intervento chirurgico”.
Diagnosticare il glaucoma nella sua fase iniziale significa cominciare a curarlo, per bloccarne la progressione, in modo altrettanto precoce. “Il primo trattamento disponibile è una terapia medica farmacologica a base di collirio. Se nel tempo dovesse diminuirne l’effetto, l’oculista provvederà a modificare la terapia prescritta e solo quando nessun farmaco sarà più in grado di ridurre la pressione oculare, o il danno del campo visivo sia progredito nonostante la riduzione della pressione, allora – conclude Piovella -, si ricorrerà all’intervento chirurgico o a trattamenti parachirurgici come il laser”.
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