Il sondaggio Loto Odv: l’80% pazienti non ha avuto una valutazione nutrizionale dopo l’inizio delle cure. Muscaritoli (Sinuc): «Le prospettive di sopravvivenza per un paziente malnutrito affetto da un tumore in fase iniziale, non metastatica, sono le medesime di un paziente adeguatamente nutrito che, invece, riceve la diagnosi di cancro quando la malattia è già avanzata»
La perdita di peso è una delle prime e più evidenti conseguenze delle terapie oncologiche. Eppure, otto pazienti su 10 non hanno ricevuto una valutazione nutrizionale dopo l’inizio delle cure. I dati sono emersi da un recente sondaggio condotto da Loto Odv, un’associazione no profit che si occupa di migliorare la consapevolezza sul carcinoma dell’ovaio, diffuso in occasione della quinta “World GO Day“, la Giornata Mondiale della Ginecologia Oncologica, che si celebra il 20 settembre in 34 diversi Paesi. I dati dell’associazione Loto Odv non sorprendono la Sinuc , la Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo, da anni in prima linea per sensibilizzare sia i medici che i pazienti sull’importanza della nutrizione clinica in oncologia.
«Studi scientifici hanno mostrato che le prospettive di sopravvivenza per un paziente malnutrito affetto da un tumore in fase iniziale (non metastatica), sono le medesime di un paziente adeguatamente nutrito che, invece, riceve la diagnosi di cancro quando la malattia è già avanzata (in fase metastatica)», spiega il Presidente della Sinuc, Maurizio Muscaritoli, professore ordinario di Medicina Interna e Direttore UOC Medicina Interna e Nutrizione Clinica della Sapienza Università di Roma, in un’intervista a Sanità Informazione. In altre parole, una condizione di malnutrizione per difetto espone il paziente ai medesimi rischi di una patologia oncologia in stadio avanzato.
Anche se il 71% delle persone che ha partecipato al sondaggio dell’associazione Loto Odv ha modificato la propria dieta in seguito ai trattamenti oncologici, meno di un paziente su quattro, il 36%, è seguito regolarmente da un nutrizionista o da un dietologo. «La malnutrizione è purtroppo un fenomeno molto pericoloso e diffuso e riguarda più della metà dei malati di cancro», sottolinea Rossana Berardi, direttrice della Clinica Oncologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche e presidente del comitato scientifico Loto OdV che, nelle prossime settimane sarà impegnata con iniziative di sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale.
«In oncologia, la valutazione nutrizionale dovrebbe essere inserita tra i principi di buone pratiche cliniche, così da poter essere garantita sin dalla diagnosi», aggiunge Muscaritoli. Il rischio di malnutrizione non è il medesimo per tutti i malati oncologici: localizzazione e stadio di avanzamento del tumore possono fare la differenza. «Tumori dell’esofago, dello stomaco, del pancreas, del distretto testa-collo, espongono il paziente ad un maggiore rischio di malnutrizione – dice il presidente Sinuc – . È evidente che in questi casi la perdita di appetito, il calo di peso involontario e la sarcopenia sono conseguenze dirette della patologia oncologica. In altri casi, come nel tumore dell’ovaio o della mammella, questo rischio è senz’altro minore e può amplificarsi quando la malattia avanza verso la forma metastatica».
Ed è proprio per verificare quale sia il reale livello di rischio che è consigliabile sottoporre ad una valutazione nutrizionale chiunque riceva una diagnosi di cancro. Che la tempestività dell’intervento nutrizionale possa fare la differenza è dimostrato da diversi studi scientifici. «Proprio quest’anno, con la nostra Società scientifica, abbiamo pubblicato uno studio sulla rivista Cancers che mostra come la valutazione nutrizionale effettuata al momento della diagnosi migliori la risposta alle terapie oncologiche. Questo studio, denominato NUTRIONCO, uno studio osservazionale retrospettivo eseguito su pazienti oncologici affetti da varie tipologie di tumore, è il seguito di un altro studio, PreMiO, condotto nel 2017 su 1.952 pazienti in prima visita oncologica. Tra questi, 571 sono stati seguiti nei due anni successivi».
Di recente la Sinuc ha messo a punto il protocollo “Pronto”, una sorta di questionario che gli oncologici possono sottoporre ai propri pazienti con l’obiettivo d valutare lo stato nutrizionale in cui si trova il paziente attraverso tre quesiti-chiave: “Hai perso peso in maniera involontaria”, “Hai mangiato meno?”, “Hai perso forza muscolare?”. «La risposta positiva anche ad uno sola di queste domande evidenzia la necessità di prescrivere al paziente una consulenza nutrizionale», sottolinea Muscaritoli.
Negli ultimi anni, progressivamente, grazie alle terapie innovative, migliorano le opportunità di cura e aumenta la sopravvivenza. Ma anche in questo caso non bisogna abbassare la guardia: «Pure i lungo sopravviventi devono essere sottoposti a periodiche valutazioni nutrizionali, poiché il rischio di malnutrizione non risparmia nemmeno i guariti e, se trascurata, può compromettere notevolmente la qualità di vita», conclude il presidente della Sinuc.
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