I dati OMS: 9 persone su 10 respirano aria inquinata, 3,6 miliardi di individui non dispongono di servizi igienici adeguati, 2 miliardi non hanno acqua potabile. Il presidente della SIMA: «In Italia, le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte per inquinamento»
Ogni 4 secondi e mezzo una persona perde la vita a causa di tumore ai polmoni, malattie cardiache o ictus. Ogni anno, nel mondo, più di 13 milioni di individui muoiono per patologie dovute all’inquinamento atmosferico. A lanciare l’allarme, in occasione del World Health Day, che si celebra ogni anno il 7 aprile, è l’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Il nostro pianeta, la nostra salute” è lo slogan scelto per l’edizione 2022.
«L’inquinamento può raggiungere diversi organi del nostro corpo, attraverso la pelle, la nostra prima barriera, o anche il cibo che mangiano, l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo – spiega Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) -. Le polveri sottili, in particolare, per la loro dimensione ridotta, sono in grado di raggiungere il circolo sanguigno e, attraverso il sangue, gli organi interni». Nove persone su 10 respirano aria inquinata, 3,6 miliardi di individui non dispongono di servizi igienici adeguati, 2 miliardi non hanno acqua potabile. L’aumento delle temperature e le inondazioni causate dai cambiamenti climatici, poi, metteranno altri 2 miliardi di persone a rischio di infezione da Dengue (dati OMS).
Le patologie dell’apparato cardiovascolare sono la prima causa di morte in Italia per inquinamento: «Nel nostro Paese, 35 mila morti per eventi coronarici e infarto miocardico su 120 mila sono attribuibili ad esposizioni ambientali – precisa Miani -. Su 200 mila casi di ictus cerebrali, 50 mila sono dovuti all’inquinamento». Non meno aggressive e diffuse sono le patologie dell’apparato respiratorio come asma, pneumoconiosi, asbestosi, fibrosi e allergie. Accertata anche la correlazione tra inquinamento e patologie riproduttive: «L’ipofertilità riguarda 2 milioni d’italiani, l’infertilità 250 mila coppie – dice il presidente della SIMA -. Gli agenti inquinanti possono intaccare anche la formazione del feto: i casi di malformazioni congenite in Italia sono 54 mila all’anno, rischio che nelle aree inquinate aumento fino al 9%». Ancora, patologie neurologiche e neurodegenerative: le polveri sottili aumentano del 15% il rischio di Alzheimer e dell’8% l’insorgenza di morbo di Parkinson.
Esistono, poi, degli effetti cosiddetti indiretti, dovuti ad esposizioni croniche o a danno epigenetico. «Nei siti inquinati aumenta l’incidenza di tutti i tumori. Solo per citare alcuni esempi, in questi luoghi, è stato registrato un +29% di tumori polmonari, +36% di tumori testicolari, +50% di linfomi e tumori della mammella, +66% di Leucemie», dice Miani. Possono essere determinate da cause ambientali anche le patologie da ipersensibilità, come le allergie, dermatiti e altre reazioni cutanee, quelle del neurosviluppo, come i disturbi dello spettro autistico, le malattie endocrine (diabete giovanile di Tipo 1) e auto-immunitarie (Tiroidite di Hashimoto).
I numeri delle vittime da inquinamento, dirette e indirette, senza un repentino cambio di rotta, sono destinate a crescere. Per arginare questa strage continua è necessario un impegno globale che coinvolga sia i cittadini che le Istituzioni. «L’obiettivo numero uno – dice Miani – è ridurre l’inquinamento atmosferico utilizzando energie pulite, elettrificando il riscaldamento degli edifici, frenando gli allevamenti intensivi e il traffico veicolare. Solo in questo modo sarà possibile ridurre in maniera significativa l’emissione di polveri sottili e di ossidi di azoto, responsabili di molte patologie e decessi correlati all’inquinamento atmosferico».
In attesa che la classe politica faccia la sua parte, ogni individuo può contribuire a questa inversione di tendenza con piccoli gesti quotidiani. «Tutti possiamo prestare maggiore attenzione alla nostra alimentazione -assicura il presidente della SIMA – scegliendo, ad esempio, prodotti che non siano imballati in packaging plastici. Queste plastiche abitualmente utilizzate contengono distruttori endocrini, responsabili di importanti patologie croniche, spesso non curabili, come l’autismo o disturbi del neurosviluppo».
L’acqua è un altro bene primario da salvaguardare: «Oggi, in Italia, l’inquinamento non riguarda più solo il mare, ma anche le acque interne. I corsi d’acqua sono sempre più ricchi di inquinanti emergenti come metaboliti di farmaci e droghe – aggiunge il presidente della SIMA -. Si tratta di oltre 1.300 prodotti, classificati come PFAS (sostanze perfluoroalchiliche, ovvero composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi), che entrando nel ciclo vitale dei pesci e delle piante acquatiche, giungono fino a noi. Così come ci arrivano le nano plastiche utilizzate per farmaci, prodotti cosmetici ed anche per l’abbigliamento».
Accade ogni giorno, di continuo, spesso senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Anche mentre facciamo il bucato: «Con un solo lavaggio in lavatrice di una felpa di pile liberiamo circa un milione di nano plastiche che, inevitabilmente – conclude Miani – finiscono nei corsi d’acqua ed entrano nel ciclo vitale degli ecosistemi, compreso quello degli esseri umani».
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