Governance, finanziamenti, strumenti e metodi e una nuova Organizzazione mondiale della Sanità: ecco i nuovi punti che Tedros Adhanom Ghebreyesus ha enunciato aprendo il World Health Summit
Tre giorni, 100 Stati partecipanti e 400 speaker al World Health Summit 2021 di Berlino, che si concluderà il 26 ottobre. Ad aprirlo, come è consuetudine, il discorso del direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Tedros Adhanom Ghebreyesus ha, ancora una volta, illuminato il cammino su quel che il mondo tutto deve ancora fare con questa e le pandemie a venire.
Il dg OMS ha ricordato il primo WHS, nel 2009, nel mezzo della crisi economica e all’ombra della pandemia da H1N1. «Da allora – ha detto – in 12 anni il WHS è diventato un appuntamento imperdibile per il calendario della salute globale. Per questo, con il professor Axel Pries (presidente WHS), abbiamo deciso di unire le forze e organizzare l’appuntamento del 2022 in maniera ancora più ampia con più attori uniti per un’azione comune sulla salute».
Ghebreyesus ha ammesso che la domanda che gli viene posta più spesso è: “Quando finirà la pandemia?”. «Finirà quando il mondo deciderà di farla finire, è nelle nostre mani» ha risposto. Le 50mila morti a settimana fanno sì che la pandemia possa essere considerata ancora lontana dalla sua fine. Ma il problema non è la mancanza di armi ma l’utilizzo che se ne sta facendo.
Entro fine anno ogni Paese dovrebbe totalizzare il 40% di popolazione vaccinata, un target considerato raggiungibile ma solo se chi controlla la gestione di vaccini e strumenti farà la sua parte. «I paesi che hanno già raggiunto questo target, inclusi i Paesi del G20, dovrebbero dare il loro posto nella catena di distribuzione dei vaccini a COVAX e AVAT (African vaccines acquisition trust)». E ovviamente donare le dosi, dare priorità alle donazioni dei vaccini, diffondere tecnologie e modalità di produzione, eliminando una volta per tutte i brevetti dal tavolo. «Non è carità, ma senso comune verso la guarigione del mondo intero» dice Ghebreyesus.
Il dg OMS ha inoltre lanciato l’avvertimento per quattro fondamentali aree che vanno rinforzate nell’anno che verrà:
«Innanzitutto – ha concluso – dobbiamo porre fine a questa pandemia, facendo di tutto per raggiungere il nostro obiettivo di vaccinare il 40% della popolazione di ogni paese entro la fine di quest’anno. In secondo luogo, dobbiamo prevenire la prossima pandemia, con una governance, finanziamenti, sistemi e strumenti migliori e rafforzando l’OMS. E terzo, tutti i paesi devono investire nell’assistenza sanitaria di base come fondamento della copertura sanitaria universale. La pandemia ha dimostrato senza ombra di dubbio che la salute non è un lusso per i ricchi, o semplicemente un risultato dello sviluppo; è un diritto umano fondamentale e la base della stabilità sociale, economica e politica».
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