Salute 1 Marzo 2024 09:10

World Obesity Day: oltre un miliardo di obesi nel mondo, quadruplicati in 30 anni i bimbi oversize

L’analisi pubblicata su ‘Lancet’: la quota di ‘oversize’ fra gli adulti è più che raddoppiata nelle donne e quasi triplicata negli uomini dal 1990 al 2022, nell’arco di una trentina d’anni, ed è quadruplicata fra i bambini e gli adolescenti dai 5 ai 19 anni

di I.F.
World Obesity Day: oltre un miliardo di obesi nel mondo, quadruplicati in 30 anni i bimbi oversize

Una persona su otto nel mondo è obesa, per un totale di oltre un miliardo di individui nel mondo. La quota di ‘oversize’ fra gli adulti è più che raddoppiata nelle donne e quasi triplicata negli uomini dal 1990 al 2022, nell’arco di una trentina d’anni, ed è quadruplicata fra i bambini e gli adolescenti dai 5 ai 19 anni. I numeri emergono da un’analisi globale del 2022 pubblicata su ‘The Lancet’, in occasione del World Obesity Day, che sarà celebrato il prossimo 4 marzo. In totale, i dati parlano di 159 milioni di bambini e adolescenti e 879 milioni di adulti con obesità. Il nuovo studio mostra anche che nello stesso anno risultava sovrappeso il 43% degli adulti. In parallelo, nel mondo i tassi di persone sottopeso, sia tra bambini e adolescenti che fra gli adulti, sono diminuiti. Il risultato di questi trend opposti è che l’obesità è diventata oggi la forma più comune di malnutrizione in molti Paesi del globo.

Denutrizione vs obesità

Anche se i numeri della denutrizione sono scesi, questa problematica “rappresenta ancora una sfida per la salute pubblica in molti luoghi, in particolare nel Sudest asiatico e nell’Africa sub-sahariana”, evidenzia anche l’Organizzazione mondiale della sanità in una nota. I Paesi con i più alti tassi combinati di sottopeso e obesità nel 2022 erano le nazioni insulari del Pacifico e dei Caraibi e quelle del Medio Oriente e del Nord Africa. Questi Paesi hanno ora tassi di obesità più elevati rispetto a molti Paesi industrializzati ad alto reddito, soprattutto quelli europei. La malnutrizione ha molte facce: può presentarsi con deperimento, arresto della crescita, sottopeso, livelli di vitamine o minerali inadeguati, oppure ancora con diversi livelli di sovrappeso e obesità. La denutrizione è responsabile della metà delle morti di bambini sotto i 5 anni e l’obesità può causare malattie non trasmissibili come malattie cardiovascolari, diabete e alcuni tumori.

Oms, obiettivi globali di riduzione dell’obesità

L’Oms, che ha contribuito alla raccolta e all’analisi dei dati del lavoro e ha diffuso il set di dati anche attraverso il Global Health Observatory, chiede uno sforzo coordinato e su più livelli per contrastare le problematiche emerse. “Questo nuovo studio evidenzia l’importanza di prevenire e gestire l’obesità dalla prima infanzia all’età adulta, attraverso la dieta, l’attività fisica e cure adeguate, secondo necessità – afferma il direttore generale dell’agenzia Onu per la salute, Tedros Adhanom Ghebreyesus -. Tornare sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi globali di riduzione dell’obesità richiederà il lavoro dei governi e delle comunità, supportati da politiche basate sull’evidenza” indicate dall’Oms e dalle agenzie nazionali di sanità pubblica. “È importante sottolineare che” questa missione “richiede anche la cooperazione del settore privato, che deve essere responsabile dell’impatto sulla salute dei propri prodotti”, avverte il Direttore generale dell’Oms.

Una malattia cronica complessa

L’obesità, puntualizza l’ente internazionale, “è una malattia cronica complessa. Le cause sono ben comprese, così come lo sono gli interventi necessari per contenere la crisi. Tuttavia, non vengono implementati – si segnala nella nota Oms -. All’Assemblea mondiale della sanità del 2022, gli Stati membri hanno adottato il piano di accelerazione dell’Oms per fermare l’obesità, che sostiene le azioni a livello nazionale fino al 2030. Ad oggi, 31 governi stanno aprendo la strada per frenare l’epidemia di obesità implementando il piano”. Gli interventi principali sono: interventi a sostegno di pratiche salutari, compresa la promozione, la protezione e il sostegno dell’allattamento al seno; norme sulla commercializzazione dannosa di alimenti e bevande destinate ai bambini; politiche alimentari e nutrizionali nelle scuole, comprese iniziative per regolamentare la vendita di prodotti ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale in prossimità delle scuole.

Le azioni promosse dall’Oms

E ancora, l’Oms elenca: politiche fiscali e di prezzo per promuovere diete sane; politiche di etichettatura nutrizionale, campagne di educazione e sensibilizzazione del pubblico per un’alimentazione sana e per l’esercizio fisico, standard per l’attività fisica nelle scuole; integrazione dei servizi di prevenzione e gestione dell’obesità nell’assistenza sanitaria di base. “Ci sono sfide significative nell’attuazione di politiche volte a garantire l’accesso a diete sane per tutti e a creare ambienti che promuovano l’attività fisica e stili di vita complessivamente sani per tutti – osserva Francesco Branca, direttore del Dipartimento nutrizione e sicurezza alimentare dell’Oms e uno dei coautori dello studio -. I Paesi dovrebbero inoltre garantire che i sistemi sanitari integrino la prevenzione e la gestione dell’obesità nel pacchetto base dei servizi”. Affrontare la denutrizione, prosegue l’Oms, richiede infine un’azione multisettoriale nei settori dell’agricoltura, della protezione sociale e della sanità, per ridurre l’insicurezza alimentare, migliorare l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari e garantire l’accesso universale agli interventi nutrizionali essenziali.

Lo studio su 220 milioni di persone da 0 a 5 anni

Lo studio pubblicato su Lancet è stato finanziato dal Medical Research Council del Regno Unito, da Uk Research and Innovation e dalla Commissione europea. I ricercatori hanno analizzato le misurazioni di peso e altezza di oltre 220 milioni di persone di età pari o superiore a 5 anni, in rappresentanza di più di 190 Paesi. Più di 1.500 ricercatori della rete mondiale ‘Ncd Risk Factor Collaboration’ hanno contribuito allo studio, che ha esaminato l’indice di massa corporea (Bmi) per capire come l’obesità e il sottopeso sono cambiati in tutto il mondo in poco più di 30 anni. “L’impatto di questioni come il cambiamento climatico, i disagi causati dalla pandemia di Covid e la guerra in Ucraina rischia di peggiorare sia il tasso di obesità che quello di sottopeso, aumentando la povertà e il costo degli alimenti ricchi di sostanze nutritive – avverte Guha Pradeepa, coautrice dello studio, esperta della Madras Diabetes Research Foundation -. Le conseguenze a catena di ciò sono cibo insufficiente in alcuni Paesi e famiglie e spostamento verso cibi meno sani in altri. Per creare un mondo più sano – conclude -, abbiamo bisogno di politiche globali che aiutino ad affrontare queste sfide”.

 

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