La malattia rappresenta la terza causa di morte, la seconda di demenza, la prima di invalidità. La presidente dell’Associazione per lotta all’ictus: «I maschi sono più colpiti delle donne. Colpisce per lo più sopra i 65 anni, ma l’età media si sta abbassando»
In poche ore il cervello può invecchiare anche di decine di anni. Accade quando si scatena un ictus. Ogni volta che le lancette dell’orologio vanno avanti di un solo minuto, prima che si intervenga con le terapie adeguate, 1,9 milioni di neuroni muoiono.
Terza causa di morte, seconda di demenza, prima di invalidità, l’ictus colpisce, ogni anno nel mondo circa 15 milioni di persone e 150 mila in Italia. Cifra che, grazie alle nuove terapie della fase acuta (come trombolisi e trombectomia meccanica), è calata di circa il 30% negli ultimi venti anni. «Diminuiscono le vittime, ma aumentano le persone disabili. Oggi – ha spiegato Nicoletta Reale, presidente di A.L.I.Ce, l’Associazione per lotta all’ictus cerebrale – l’80% di chi ha un ictus sopravvive, ma la metà di queste persone perde autonomia».
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«Ed è a questi pazienti – ha aggiunto Reale – che abbiamo deciso di dedicare il 29 ottobre 2018, la XIV giornata mondiale contro l’Ictus. Il tema di quest’anno è “la vita dopo la malattia” che, spesso, a causa di una carente continuità assistenziale tra la cura e la riabilitazione, a livello territoriale, può rappresentare un vero e proprio buco nero». (Sul sito www.aliceitalia.org tutte le iniziative in programma per il 29 ottobre).
L’ictus è un evento traumatico e, soprattutto, improvviso: «Siamo di fronte ad una malattia grave e disabilitante che, generalmente, colpisce i maschi over 65. Le donne – ha specificato la presidente – ne soffrono di più le conseguenze, soprattutto con manifestazione di stati depressivi». Tra le 150 mila vittime stimate ogni anno, circa 7 mila hanno meno di 45 anni: «L’età media, purtroppo – ha commentato Reale – si sta abbassando: i giovani che abusano di sostanze, come droga e alcol, possono rischiare un ictus».
«Pressione arteriosa, glicemia, colesterolo, presenza di fibrillazione atriale, sono i principali fattori di rischio da tenere sotto controllo – ha consigliato Nicoletta Reale – Da non trascurare nemmeno gli stili di vita: dal mangiare sano, non abusando di sale, fino alla pratica di attività fisica». Si può davvero scegliere di cambiare il proprio destino: i fattori di rischio modificali incidono sul 90% dei casi di ictus.