La conferenza europea organizzata da ACN ha acceso i riflettori sulle nuove esigenze di salute globale e i modi per affrontarle
Nonostante la pandemia di Sars Cov-2 sia stato un fenomeno pressoché totalizzante dal punto di vista sanitario, tutte le altre patologie non hanno cessato di esistere nel frattempo, alcune anzi si sono aggravate a causa dei mancati controlli, terapie e interventi, altre non sono state diagnosticate, ed altre ancora sono state “l’emergenza nell’emergenza”, perché è noto che la presenza di patologie pregresse è fattore predisponente allo sviluppo della forma grave di Covid e al decesso.
La conferenza europea organizzata nelle giornate del 5 e 6 maggio da Active Citizenship Network (ACN) in occasione della XV Giornata Europea per i Diritti del Malato ha acceso i riflettori, grazie alle osservazioni degli stakeholder coinvolti, sull’esigenza di implementare le sinergie multidisciplinari e la cooperazione internazionale per affrontare le nuove esigenze di salute della comunità globale, anche alla luce delle problematiche organizzative comuni alla maggior parte dei sistemi sanitari nazionali che la pandemia ha contribuito a portare alla luce.
La conferenza è stata inoltre l’occasione per fare il punto su come le associazioni dei pazienti stiano continuando a fornire risposte ai cittadini, gestendo servizi, costruendo alleanze, segnalando rapidamente le nuove norme necessarie o le modifiche alle procedure, mobilitando risorse (sia umane che economiche), introducendo e promuovendo pratiche da cui sarà necessario non tornare indietro anche dopo l’attuale emergenza. L’evento ha inoltre rimarcato quali azioni sarebbero necessarie per avere sistemi sanitari maggiormente resilienti, e illustrato nel dettaglio le sfide a cui i pazienti di alcune patologie sono stati chiamati nel corso dell’emergenza Covid-19.
«Un attivismo e un coinvolgimento a supporto delle istituzioni e a beneficio delle comunità locali – commenta Mariano Votta, direttore di Active Citizenship Network – che non è riportato invece all’interno del recente Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero e che abroga la decisione n. 1082/2013/UE. La proposta rivela una grave e ingiustificata mancanza, alla luce di ciò che la pandemia avrebbe dovuto insegnarci”. Tra pochi giorni comincerà la Conferenza per il futuro dell’Europa, e la speranza è che i problemi legati alla salute siano al centro del dibattito, come succederà in occasione del prossimo Summit sulla Salute Globale, in programma a Roma per il 21 maggio. “Dall’importanza che verrà data alle tematiche legate alla salute in questo quadro politico Europeo – afferma Votta – comprenderemo se ‘la necessità di creare una forte sanità dell’Unione Europea’ come sottolineato dal Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, è solo uno slogan oppure l’attuale direzione presa dalle istituzioni europee, nonché il punto chiave per permetterci di valutarne il lavoro svolto”
Nonostante le criticità, i fondi del Recovery Plan saranno una boccata d’aria fresca e un’imperdibile opportunità per gli Stati membri: «L’auspicio è che questi fondi verranno utilizzati adeguatamente anche per implementare la digitalizzazione, che è uno dei requisiti per la trasparenza e la cooperazione in sanità – afferma Marco Annoni, autore e ricercatore del CNR e Coordinatore del Comitato Etico della Fondazione Veronesi – ma anche, soprattutto nel nostro Paese, per finanziare la ricerca scientifica, uno dei settori più trascurati ma rivelatisi, oggi più che mai, essenziali. Fondamentale inoltre – ha aggiunto Annoni – sarà lavorare per modificare il paradigma di coesistenza tra l’uomo e gli ecosistemi animali, le tecniche di agricoltura, di aumentare insomma l’awareness riguardo alle tematiche ambientali, i cui effetti si riversano a cascata sulla salute globale ponendoci in allerta costante riguardo a nuove minacce pandemiche, dovute non solo a virus ma anche a batteri antibioticoresistenti».
Infine, un’importante invito alla cooperazione a livello europeo da parte dell’ex Commissario Europeo per la salute Vytenis Andriukaitis: «La pandemia ci ha mostrato le nostre debolezze, e ora più che mai sappiamo che in materia di salute pubblica l’unione fa la forza, e la collaborazione, la condivisione, l’opportunità di “fare sistema” a livello europeo deve essere implementata. Questo vale non solo per fronteggiare eventi sanitari straordinari, come quello che stiamo vivendo, ma anche e soprattutto l’ordinario. Perché ogni essere umano – ha concluso l’ex Commissario Europeo – deve avere il diritto di accedere in tempi ragionevoli a un sistema sanitario equo ed efficiente».
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