L’iniziativa, coordinata da Fondazione Banco Farmaceutico Onlus, anche quest’anno si protrarrà fino al 14 febbraio. Obiettivo superare i 40 mila prodotti raccolti lo scorso anno per un valore di 310 mila euro. L’appello delle istituzioni e del segretario di Federfarma Veneto, Matteo Vanzan: «La sfida è importante perché le persone che oggi si trovano a scegliere se sfamare la famiglia o curarla sono aumentate»
È partita questa mattina la lunga maratona benefica per la raccolta del Farmaco che vedrà impegnate 512 farmacie in tutto il Veneto per destinare farmaci da banco a 700 mila bisognosi assistiti da 110 enti caritatevoli del territorio convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico Onlus. L’iniziativa, che fino a due anni fa, si svolgeva nel secondo sabato di febbraio, anche quest’anno, a causa del Covid, si protrarrà fino al prossimo 14 febbraio per evitare che nelle farmacie aderenti si creino assembramenti e al tempo stesso per implementare il numero dei farmaci raccolti.
L’obiettivo è superare il primato raggiunto lo scorso anno quando sono stati raccolti 40 mila prodotti per un valore di 310 mila euro e per questo non è mancato l’appello rivolto da Regione Veneto con il messaggio del governatore Luca Zaia: «Confido nella proverbiale generosità dei nostri concittadini che anche nelle passate edizioni si sono distinti in questa corsa virtuosa alla solidarietà. Il gesto è tanto semplice quanto grande – il suo commento – è sufficiente entrare in una delle 512 farmacie venete che espongono il logo della raccolta ed acquistare una o più confezioni di farmaci da banco e consegnarli al farmacista. La certezza è che arriveranno a curare gente particolarmente sfortunata che ne ha bisogno». «Questa iniziativa arriva dove la sanità pubblica, per legge, non può intervenire – fa notare l’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin –, ha quindi un particolare significato, non solo sanitario, ma anche soprattutto sociale. Spero che i record degli anni scorsi possano essere superati, nonostante la situazione non facile».
Giunta alla ventiduesima edizione, la Giornata di Raccolta del Farmaco quest’anno vede l’adesione in tutta Italia di 5000 farmacie collegate a 1800 realtà assistenziali. Ad organizzare il tutto la Fondazione Banco Farmaceutico Onlus che dal 2000 si prodiga per aiutare gli ultimi. Un impegno che il coordinatore veneto Matteo Vanzan, farmacista di Verona, vive nella doppia veste di segretario regionale di Federfarma e di responsabile territoriale della Fondazione. Un impegno che quest’anno confida essere iniziato con qualche ora d’anticipo «Da qualche giorno invito i miei clienti ad acquistare un farmaco generico da donare e devo dire che già da ieri sono arrivate le prime adesioni – racconta al telefono -. C’è chi aggiunge un farmaco da banco al suo acquisto e chi invece entra solo per fare la donazione. In ogni caso le prospettive sono buone. La sfida è importante perché le persone che oggi si trovano a scegliere se sfamare la famiglia o curarla sono aumentate, e non parlo solo di immigrati, ma anche e soprattutto di veneti segnati dalla crisi economica generata dal Covid, padri separati costretti a vivere in strada perché non in grado di far fronte alle spese di una casa in affitto e alle bollette, ragazze madri che vivono in case-famiglia, anziani disoccupati e pensionati. Un parterre di persone che non hanno le risorse per acquistare neppure un paracetamolo da 3 euro».
Nella giornata della raccolta farmaci da banco sono coinvolti in prima persona anche i farmacisti. Infatti, le 512 farmacie aderenti versano alla Fondazione Banco Farmaceutico un contributo economico calcolato sul guadagno medio delle giornate di raccolta.
«La nostra attività benefica, in verità, non si esaurisce con la giornata nazionale di raccolta farmaco, ma dura 365 giorni l’anno – puntualizza Vanzan – infatti attraverso una piattaforma gestiamo la donazione dei farmaci generici da parte delle aziende. Grossi quantitativi che vengono distribuiti ai vari enti socioassistenziali tramite un sistema informatico che mette in rete sul territorio nazionale 4000 farmacie, 1500 enti socioassistenziali e 50 grandi aziende farmaceutiche aderenti e intreccia domanda e offerta. In questo modo noi farmacisti ci inseriamo in un meccanismo virtuoso per cui, al bisogno, smistiamo i farmaci agli enti. Una seconda attività che ci vede protagonisti tutto l’anno è il recupero dei farmaci che non vengono più utilizzati dalle famiglie per cambio terapia o per paziente deceduto. In tal caso ritiriamo anche i farmaci che richiedono una prescrizione medica, li raccogliamo in appositi contenitori poi verifichiamo integrità e scadenza e li destiniamo agli enti residenziali aderenti alla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus che al loro interno hanno un piccolo dispensario farmaceutico gestito da personale medico».
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