Sanità 1 Ottobre 2019 12:41

Brexit, rapporto National Audit Office mette in guardia: fornitura medicinali a rischio con no deal

Con l’avvicinarsi del 31 ottobre, data prevista per la Brexit, non è chiaro se il sistema sanitario nazionale (Nhs) britannico riuscirà a gestire l’impatto di un possibile no-deal. È quanto sottolineato nel rapporto del National Audit Office, citato dal Guardian, secondo il quale ci sono ancora rischi dal momento che il Dipartimento della Salute ha […]

Con l’avvicinarsi del 31 ottobre, data prevista per la Brexit, non è chiaro se il sistema sanitario nazionale (Nhs) britannico riuscirà a gestire l’impatto di un possibile no-deal. È quanto sottolineato nel rapporto del National Audit Office, citato dal Guardian, secondo il quale ci sono ancora rischi dal momento che il Dipartimento della Salute ha ancora “una notevole quantità” di lavoro da fare.

Secondo lo scenario peggiore, si potrebbe assistere a un calo del 40-60% nel flusso di merci attraverso la Manica fin dal primo giorno del Regno Unito fuori dall’Ue. Secondo i revisori, i dati disponibili non mostrano che il Dipartimento sia pronto o lo sarà se Londra lascerà l’Unione europea tra poco più di un mese come minacciato.

«Il Dipartimento di Salute non sa ancora quante scorte ci sono, non ha idea se i fornitori siano pronti e non è ancora certo se tutte le capacità di trasporto di cui il governo ha bisogno saranno disponibili in tempo. Se il governo sbaglia i calcoli, potrebbero esserci gravi conseguenze», ha affermato il deputato laburista Meg Hillier, presidente del National Audit Office.

È stata esaminata la fornitura e il trasporto di 7mila medicinali che arrivano nel Regno Unito da o attraverso l’UE e almeno 450mila diversi dispositivi medici disponibili sul SSN, la maggior parte dei quali arriva nel Regno Unito attraverso i porti sulla Manica.

Il rapporto afferma che la capacità di trasporto aggiuntiva garantita dal governo per la spedizione di merci prioritarie attraverso il Canale potrebbe non essere completamente disponibile fino alla fine di novembre, un mese dopo la Brexit prevista per il Regno Unito.

 

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