Passata dall’essere “il Paese che ha sconfitto il virus prima dell’immunità di gregge” a registrare 200mila contagi al giorno in sole due settimane. Alla base della situazione indiana comportamenti errati: eventi sportivi e culturali senza freni, campagna elettorale senza controlli e allentamento delle misure. Si teme la variante indiana
L’India non trova pace. Dopo essere stato definito, con troppo anticipo, come il Paese che era riuscito a sconfiggere il virus prima di concludere l’immunizzazione vaccinale, i numeri sono decisamente cambiati: da 15mila nuovi casi a più di 200mila tra fine marzo e metà aprile. Un aumento che si riflette anche sugli ospedali stracolmi, sui farmaci assenti e sui tantissimi morti: 1.761 solo ieri.
Da qualche tempo si inneggiava all’immunità di gregge raggiunta e il ministro della Salute indiano Harsh Vardhan parlava di “fine corsa”. I contagi ora superano 1,6 milioni di persone e le autorità politiche fanno appelli accorati in televisione chiedendo alla popolazione di rimanere in casa il più possibile.
Il primo errore è stato l’allentamento delle misure. Complice una poco controllata campagna elettorale, che ha avuto luogo a febbraio, fatta di incontri e comizi senza limiti di spazi o numeri di partecipanti. Si parla di eventi senza precedenti, con oltre 600mila persone presenti, poche dotate di mascherina o altri strumenti di precauzione. Ma anche gli eventi culturali, religiosi e sportivi hanno dato una spinta importante. Ai pellegrini infatti è concesso muoversi per i pellegrinaggi e l’annuale immersione nel Gange non è stata saltata nemmeno quest’anno.
La comparsa della variante indiana, inoltre, potrebbe essere alla base di questo brusco aumento dei numeri, sebbene i dati sui sequenziamenti siano ancora pochi e non sempre disponibili. I più recenti mostravano come la B.1.617 avesse superato la variante inglese tra i nuovi contagiati.
Ora l’India vuole vaccinare ancora di più per poterne uscire. In attesa dello sblocco delle materie prime per realizzarli, che devono arrivare dagli Usa, il Paese ha deciso di bloccare l’esportazione dei propri vaccini anti-Covid e vaccinare più persone possibile. Indipendentemente dall’età o dalla condizione, per bloccare il diffondersi di quella che sembra una fortissima terza ondata.
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