Sanità 14 Settembre 2021 16:07

Covid-19, la Spagna ha vaccinato il 100% degli over 80. Ecco come

La maggioranza della popolazione over 80 si è vaccinata in un centro di salute pubblica del suo quartiere. Perché la campagna di vaccinazione è stata un successo

Covid-19, la Spagna ha vaccinato il 100% degli over 80. Ecco come

Il modello di riferimento per i paesi europei che faticano a vaccinare gli anziani è la penisola iberica. In Spagna, infatti, tutte le persone con più di 80 anni – e ben il 96% dei 70enni – hanno completato il ciclo vaccinale contro il Covid-19. Una sfida vinta il 27 aprile per la prima dose e poche settimane dopo per la seconda.

È quanto emerge dai dati ufficiali del Ministero della Salute, in base al numero di abitanti di questa fascia di età accertati nel luglio 2020 dall’Istituto Nazionale di statistiche.

In Spagna vaccinato il 98% degli ultraottantenni

«Possiamo considerare che il 97% o il 98% degli ultraottantenni è stato effettivamente vaccinato» ha spiegato soddisfatto Toni Trilla, capo della medicina preventiva ed epidemiologia presso la Clinica Ospedaliera di Barcellona e consigliere del governo regionale catalano.

Dopo un inizio lento, i cittadini spagnoli hanno risposto con lunghe code ai centri di vaccinazione di tutto il paese. Ma quali sono le ragioni di tanta partecipazione? Gli esperti attribuiscono il grande risultato a diversi fattori.

Spagna sì-vax: le ragioni del successo

In primis, il merito va al sistema sanitario pubblico spagnolo che si è dimostrato valido ed efficiente e ad un piano di vaccinazione ben organizzato che ha permesso di raggiungere i cittadini a domicilio e gli ospiti delle Rsa. L’altra chiave del successo riguarda la grande fiducia degli iberici nei vaccini. La Spagna è uno dei paesi dove il movimento antivaccinista ha preso meno piede, nonostante la presa di posizione del noto cantante Miguel Bosé e dell’attrice Victoria Abril. Storicamente, i vaccini sono ben accettati in Spagna, soprattutto dagli anziani «consapevoli che il rischio è reale e molto alto – ha precisato Toni Trilla -. E poi i nostri anziani ricordano le passate epidemie: poliomielite, morbillo o epatite, relativamente comuni negli anni ’40 o ’50».

C’è, poi, un’ultima spiegazione. Durante l’ultimo decennio, la terza età ha mostrato una grande resistenza alle ondate di caldo grazie alla sua migliore inclusione sociale. E una maggiore attenzione al benessere dei più anziani da parte delle famiglie, probabilmente, ha favorito anche la campagna di vaccinazione.

 

 

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