L’esistenza del focolaio a Gutersloh è stata annunciata domenica, con 1,331 casi positivi tutti collegati all’impianto Toennies. Fino ad allora il virus in Germania si stava ritirando a velocità sostenuta. Anche per questo, hanno specificato gli esperti del Koch, un aumento improvviso come questo influenza molto l’indice Rt nazionale. Finora i casi totali sono stati 190 mila, di cui 8.897 sono morti.
BOLIVIA
In totale l’America Latina conta più di 2 milioni di casi. In Bolivia la situazione è diventata preoccupante. Secondo Al Jazeera, tra gli abitanti sono aumentate le proteste in strada per mancanza di dispositivi di protezione. Il ministro della Salute, Marcelo Navajas, è stato arrestato per corruzione mentre il sistema sanitario sembra non riuscire a controllare e curare i contagiati. Molti pazienti muoiono in strada perché gli ospedali sono pieni, o in casa dove finiscono per contagiare i parenti.
BRASILE
In Brasile, dove le morti hanno sorpassato quota 50 mila, i cittadini hanno chiesto risposte al presidente Jair Bolsonaro. Intanto le comunità indigene del Paese stanno soffrendo perdite senza precedenti. Molti capi delle comunità che vivono in Amazzonia sono morti, rifiutando di essere trasportati a Manaus per le cure. Le consegne tardive di cibo e kit di sicurezza hanno costretto le comunità a spostarsi, esponendosi maggiormente al virus. In alcuni casi sono stati proprio gli operatori a portare l’infezione, come è successo tra i Gaviao.
Il Sesai, dipartimento governativo che si occupa della salute degli indigeni, dichiara di aver inviato 600 mila dispositivi di protezione e speso oltre 11 milioni nella lotta al Covid-19. Intanto il congresso brasiliano ha approvato un legge di emergenza per preservare e aiutare le comunità indigene che attende la firma del presidente. «Qui però stiamo perdendo la nostra storia», ha dichiarato al New York Times la figlia del capo degli Xikrin, 64 anni, uno degli ultimi caduti per Covid.
INDIA
Intanto in India, a Delhi, gli hotel di lusso stanno correndo in soccorso degli ospedali affollati. Le decisione del governo indiano è arrivata qualche giorno fa, dopo aver osservato quanto stava accadendo nelle terapie intensive. Gli hotel di lusso, requisiti per l’occasione, ospiteranno pazienti con sintomi moderati e delle equipe di medici stanno provvedendo a preparare i lavoratori per le misure minime di assistenza.
Sempre affiancati da medici e infermieri, i dipendenti hanno dovuto imparare le misure basilari da adottare ma hanno accettato il nuovo incarico, rifiutando di tirarsi indietro. Ogni hotel è stato collegato al più vicino ospedale in città, si legge sul Guardian, e da lì prenderà i team che andranno a curare i pazienti. Il primo ministro, Arvind Kejriwal, ha anticipato che la capitale ha bisogno di 150 mila letti per la fine di luglio, quando i casi dovrebbero arrivare a toccare quota mezzo milione.