Sanità internazionale 9 Luglio 2019 11:16

Eritrea, requisiti 21 tra ospedali e cliniche cattoliche. 200mila persone rischiano di rimanere senza cure

Grave attacco alla sanità cattolica in Eritrea. Nel paese del Corno d’Africa sono state requisite nei giorni scorsi 21 tra ospedali e cliniche cattoliche. A darne notizia l’AgenSIR, Il Servizio Informazione Religiosa, agenzia di stampa cattolica. I 21 centri confiscati si vanno ad aggiungere agli 8 centri già requisiti per un totale di 29. «Le […]

Grave attacco alla sanità cattolica in Eritrea. Nel paese del Corno d’Africa sono state requisite nei giorni scorsi 21 tra ospedali e cliniche cattoliche. A darne notizia l’AgenSIR, Il Servizio Informazione Religiosa, agenzia di stampa cattolica. I 21 centri confiscati si vanno ad aggiungere agli 8 centri già requisiti per un totale di 29.

«Le case dei religiosi sono state circondate e sorvegliate, tra insulti, intimidazioni e minacce al personale, con pazienti gravi costretti alle dimissioni – si legge in un articolo di Patrizia Caiffa – Centinaia di operatori sanitari che lavoravano nelle cliniche cattoliche hanno perso il posto di lavoro. La cosa più grave, è che circa 200mila persone, di tutte le religioni, che usufruivano di questi servizi in zone molto povere, rurali e isolate, dall’ospedale di Digsa nel distretto di Segheneyti all’Engerne health station non potranno più disporre di cure mediche».

«I vescovi delle quattro diocesi cattoliche (Asmara, Barentu, Keren e Segheneyti), da sempre impegnati per la riconciliazione nazionale, hanno inviato il 13 giugno una lettera di richiesta di spiegazioni al ministro della salute, denunciando “l’aperta violazione dei diritti della Chiesa” che però – si legge – resta “aperta e disponibile al dialogo e alla mutua comprensione”. Nel frattempo ha indetto tre settimane di preghiera e digiuno fino al 12 luglio. Al momento, però, nessuna risposta ufficiale è ancora arrivata».

La diaspora eritrea ha annunciato mobilitazioni e sit in di protesta. È già partita una raccolta firme ma anche gli esuli vengono presi di mira, come documentato da un recentissimo rapporto di Amnesty international “Eritrea, repressione senza frontiere”.

Ma perché tutto questo?  In una nota ufficiale l’Ambasciata eritrea a Roma ricorda che «l’Eritrea permette a tutte le confessioni di esercitare liberamente il loro credo, nel rispetto della legge 73 del 15 luglio 1995, poiché la società eritrea è una società multietnica e multiconfessionale, lo Stato dell’Eritrea è per definizione uno Stato laico».  Per quanto riguarda la vicenda dei centri medici, precisa la sede diplomatica, «non si tratta di chiusura bensì di passaggio di gestione, secondo quanto sancito dalla legge 73/1995». Nella nota viene ricordato che «i piani di sviluppo sociale e di servizi sociali sono di pertinenza governativa e il laicismo, nel quale lo Stato eritreo si riconosce, implica una netta separazione di ruoli, senza che la libertà di culto ne sia minacciata».

Articoli correlati
In Eritrea si muore di Covid ma non di insufficienza renale, grazie all’aiuto dei nefrologi italiani e di Consulcesi Onlus
In Eritrea non esistevano centri per malattie nefrologiche, si moriva o ci si curava all’estero. Oggi, grazie agli aiuti di Consulcesi Onlus e all’incessante attività di volontariato del nefrologo Roberto Pititto dell'Associazione Medici Volontari, ci sono tre centri dialisi con venti posti letto più cinque macchinari per dialisi ad Alta Efficienza
Etica e sanità, parla Don Angelelli (CEI): «Garantire libertà agli operatori sanitari. Sanità cattolica ha rincorso modello aziendalistico, tornare alle origini»
Il Direttore dell'Ufficio Nazionale per la pastorale della salute, ha incontrato una delegazione dell’ANTEL, l’Associazione Italiana Tecnici Sanitari di Laboratorio Medico, che a settembre celebreranno il Congresso Nazionale. «La Chiesa ha creato l’idea stessa di sanità nel momento in cui ha cominciato a prendersi cura delle persone che stavano morendo da sole. Ora dobbiamo recuperare il modello originario»
Eritrea, l’emergenza acqua si combatte con i semi di Moringa
Intervista al prof. Giovanni Antonini, pioniere della nuova tecnica in fase di sperimentazione
Eritrea, arriva il catalogo fotografico per la solidarietà
I proventi dell’iniziativa verranno utilizzati in progetti di cooperazione allo sviluppo in favore del popolo eritreo
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Porpora trombotica trombocitopenica. ANPTT Onlus celebra la III Giornata nazionale

Evento “WeHealth” promosso in partnership con Sanofi e in collaborazione con Sics Editore per alzare l’attenzione sulla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e i bisogni ancora i...
Salute

Tumori: boom di casi nei paesi occidentali. Cinieri (Aiom): “Prevenzione attiva per ridurre carico della malattia”

Nel 2024 negli USA, per la prima volta nella storia, si supera la soglia di 2 milioni di casi di tumore. Una crescita importante, comune a tutti i Paesi occidentali. Per Saverio Cinieri, presidente di...
Salute

Tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato: lo stato dell’arte di nivolumab

Sono stati presentati al recente Congresso ASCO gli aggiornamenti degli studi relativi all’impiego di nivolumab nel tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato. Il quad...
Advocacy e Associazioni

Cirrosi epatica, i pazienti chiedono meno burocrazia e maggior accesso al teleconsulto

Nella nuova puntata di The Patient Voice, Ivan Gardini (EpaC Ets), Ilenia Malavasi (Affari Sociali) e Francesca Ponziani (Pol. Gemelli)