Utilizzata per vaccinare medici e operatori sanitari oggi garantisce la produzione di un numero maggiore di anticorpi. Chiara Bersani, medico italiano sul lago di Costanza, dice: «Qualche effetto collaterale in più, ma nella norma»
La Germania inizia a riassaporare la quotidianità pre-Covid, nell’ultima settimana i contagi sono dimezzati mentre non è più necessario l’uso della mascherina in strada e nei negozi è possibile accedere in numero contingentato, ma senza la necessità di sottoporsi ad un test antigenico. Tutto merito del piano vaccinale che procede a gonfie vele.
«La svolta ad aprile, quando siamo passati da 500 mila inoculazioni a un milione», racconta a Sanità Informazione Chiara Bersani, internista di Firenze migrata a Radolfzell am Bodensee sul lago di Costanza poco prima della pandemia per completare gli studi. Un’impennata che ha permesso di ridurre via via il numero dei contagi e organizzare la riapertura graduale che si sta completando in questi giorni.
Nel frattempo, non sono mancate anche in terra tedesca le polemiche sugli effetti collaterali dei vaccini. In particolare, sotto i riflettori è finita AstraZeneca e, come nel resto d’Europa, è stato deciso di sospendere la somministrazione agli under 60 a favore della vaccinazione eterologa che oggi rappresenta la scelta primaria. «Personalmente ho scelto di fare due dosi di AstraZeneca – ammette Chiara – ritengo che i numero di casi di trombosi non fosse tale da modificare tutto il piano vaccinale, se stiamo a guardare molti farmaci danno effetti collaterali gravi, ma non vengono sospesi dal mercato». Una scelta affidata in un primo momento ai medici ospedalieri, come Chiara, vaccinati in prima dose con AstraZeneca, di decidere se ricevere la seconda dose con lo stesso vaccino o optare per Pfizer. Una soluzione quest’ultima che ha portato la Germania a scegliere la vaccinazione eterologa già quattro mesi fa.
Con mix vaccinale risposta immunitaria più forte
Si chiama Kombi-Impfung è ormai una regola da mesi, al punto che sono stati già pubblicati studi che evidenziano come il mix vaccinale (prima dose AstraZeneca e seconda con Pfizer o Moderna), dia una risposta immunitaria più forte rispetto alla doppia dose dello stesso vaccino, sia che si tratti di quelli a vettore virale che a Mrna. Un risultato emerso dallo studio realizzato a Homburg, in uno dei principali centri epidemiologici del Paese, su un campione di 250 individui suddivisi in tre gruppi: il primo vaccinato con due dosi di AstraZeneca, il secondo con due dosi di Pfizer e il terzo con la prima dose di AstraZeneca e la seconda di Pfizer. Dallo studio è emerso che nel terzo gruppo sottoposto a vaccinazione eterologa, il numero di anticorpi neutralizzanti era dieci volte superiore. «Chi ha fatto il mix ha avuto qualche effetto collaterale in più, ma tutto nella norma», conclude Chiara.
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