Il prof. Makary della Johns Hopkins School of Medicine sostiene che entro aprile gli Usa saranno fuori dalla pandemia, con il raggiungimento dell’immunità di gregge. Ma è possibile o ci sono altre spiegazioni?
Dopo mesi e mesi in cima alla classifica mondiale per numero di contagi giornalieri, finalmente negli Stati Uniti i numeri stanno subendo un’importante discesa. Solo nell’ultimo mese sono scesi del 65% e dai 312mila nuovi ammalati dell’8 gennaio si è arrivata a circa 73mila al giorno.
Questo primo calo evidente è bastato al dottor Martin Makary, professore alla Johns Hopkins School of Medicine, a suggerire in un editoriale sul Wall Street Journal che gli Usa si avvicinano all’immunità di gregge. Secondo l’esperto già ad aprile il Covid-19 sarà «per lo più sparito» grazie all’attività di vaccinazione e all’alto numero di guariti e persone che hanno già contratto il virus. In più, ha aggiunto, i numeri dei contagi sono probabilmente sempre stati sottostimati e molte persone hanno avuto la malattia da asintomatici.
«Il costante e rapido declino dei casi quotidiani dall’8 gennaio può essere spiegato solo dall’immunità naturale – ha scritto Makary -. Il comportamento non è migliorato improvvisamente durante le vacanze; gli americani hanno viaggiato più a Natale rispetto a marzo». I vaccini da soli, secondo lui, «non potrebbero spiegare un calo così forte», specie per via delle due dosi.
Per ottenere l’immunità di gregge, dal 50% al 67% circa della popolazione dovrebbe avere una certa immunità al virus, sia attraverso la vaccinazione che l’infezione naturale. Supponendo che i test effettuati fotografino solo dal 10% al 25% delle infezioni, ha detto Makary, circa il 55% degli americani avrebbe già un’immunità naturale, in base al numero di tamponi riportati. «Aggiungete a quel 15% degli americani che sono stati vaccinati finora, ha scritto, e la cifra sta aumentando rapidamente».
Tuttavia, secondo un esame portato avanti dall’Insider, potrebbero esserci anche altri motivi per il calo di casi improvviso. Per esempio il lockdown imposto in California – il secondo dall’inizio della pandemia – cominciato a dicembre. Al suo picco, lo stato rappresentava circa 40mila nuovi casi giornalieri. Nonché il corretto uso di mascherine, distanziamento e blocco degli spostamenti.
Non si esclude, inoltre, che seppure l’immunità di gregge non sia ancora raggiungibile, alcuni gruppi sociali possano essere ad un punto più avanzato verso il suo raggiungimento rispetto ad altri. Si parla di persone che vivono a stretto contatto e che trovano più difficile rispettare le misure di sicurezza previste. Per esempio i senzatetto, i lavoratori in prima linea o molto esposti al pubblico, le persone che vivono in case multigenerazionali.
In più, non bisogna dimenticare l’influsso delle varianti nel modificare il discorso sulle immunità. La variante inglese, arrivata anche negli Usa, aumenta la riproduttività del virus da 0.4 a 0.9. In più, per questa forma forse la percentuale necessaria all’immunità supera il 75%. Su alcune varianti i vaccini potrebbero mostrare efficacia inferiore e sarebbe necessaria una reimpostazione dei prodotti, che ovviamente allungherebbe le tempistiche. Mentre il vaccino Pfizer ha mostrato di sconfiggere la variante indentificata in Uk, sembra avere più problemi con la sudafricana e la brasiliana che sono arrivate negli Usa da poco tempo.
In sostanza, gli studiosi hanno invitato il dottor Makary alla prudenza, ma l’evoluzione del Covid-19 nel mondo è per tutti ancora un mistero. Tutte le previsioni fatte finora sono servite a poco, perciò negli Usa c’è chi spera che abbia ragione.