Uno studio israeliano suggerisce che la quarta dose di vaccino anti-Covid aumenta la protezione, ma la sua efficacia è molto limitata nel tempo
Mentre la comunità scientifica continua a domandarsi se sia opportuno o meno prevedere una quarta dose di vaccino anti-Covid, i primissimi dati che ci arrivano da Israele, dove è stato dato il via libera al secondo richiamo, ci suggeriscono che questa ulteriore dose di vaccino anti-Covid funziona. Più precisamente la quarta dose aumenterebbe in modo significativo la protezione sia dalle forme gravi di Covid-19 che dall’infezione Sars-CoV-2. Tuttavia, la durata dell’efficacia è limitata.
La somministrazione della quarta dose del vaccino Pfizer in Israele è iniziata già lo scorso gennaio, appena dopo che ci si è resi conto di un calo della protezione offerta dalla terza dose, complice anche la rapida diffusione della variante omicron. La popolazione analizzata dallo studio, pubblicato in pre-print su MedRXiv, comprende 97.499 partecipanti di età pari o superiore a 60 anni che erano idonei a ricevere una quarta dose di vaccino e che avevano eseguito almeno un test durante il periodo di studio. Di questi, 27.876 hanno ricevuto la quarta dose e 69.623 solo tre dosi.
Le analisi si sono concentrate sul periodo che va dal 10 gennaio 2022, cioè 7 giorni dopo la prima somministrazione della quarta dose ai soggetti idonei, al 13 marzo, quando la variante omicron ha iniziato a predominare in Israele. Nello studio, sono state valutate le «infezioni breakthrough», ovvero le infezioni che si verificano in individui vaccinati, e le forme gravi di infezioni breakthrough. Ebbene, secondo i risultati dello studio, «una quarta dose ha fornito una notevole protezione aggiuntiva sia contro l’infezione da SARS-CoV-2 che contro la malattia grave rispetto a tre dosi del vaccino», dicono i ricercatori.
«Tuttavia, l’efficacia del vaccino contro le infezioni è variata nel tempo, raggiungendo il picco durante la terza settimana con un’efficacia del 64% e scendendo al 29,2% entro la fine del periodo di follow-up di 10 settimane», sottolineano gli studiosi. «A differenza dell’efficacia del vaccino contro l’infezione, l’efficacia relativa di una quarta dose contro il Covid grave – continuano – si è mantenuta a un livello elevato (>73 per cento) durante il periodo di follow-up di 9 settimane. È importante sottolineare che la malattia grave è stata un evento relativamente raro, che si è verificato in meno dell’1% dei riceventi sia della quarta che della terza dose».
Il calo dell’efficacia del vaccino contro le infezioni è coerente con le precedenti osservazioni per la seconda e la terza dose del vaccino Pfizer. «Tuttavia, rispetto al modello di calo dell’efficacia relativa di tre dosi – spiegano i ricercatori – rispetto a due dosi in contesti reali, precedentemente dimostrato e che inizia circa 3 mesi dopo l’inoculazione, sembra che l’efficacia della quarta dose diminuisca prima, in modo simile al fatto che la terza dose diminuisce prima della seconda dose».
Questo calo più rapido, si ipotizza, è potenzialmente spiegato da una ridotta efficacia del vaccino Pfizer contro la variante omicron. «Inoltre, dobbiamo considerare che la stimolazione frequente con lo stesso vaccino a mRNA innesca una risposta immunologica che deve ancora essere completamente compresa in termini di durata, efficacia e modelli di calo dopo l’esposizione a diverse varianti», specificano i ricercatori, suggerendo che i dubbi espressi da alcuni esperti circa l’opportunità di prevedere una quarta dose con lo stesso vaccino sono più che leciti.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato