Dal direttore generale un invito a imitare il comportamento del nostro Paese per capovolgere situazioni complesse come quella di marzo. Il virus dei maiali in Cina è una vecchia conoscenza del 2011
Più di 10,3 milioni di casi di Covid-19 e oltre 506.000 morti sono stati segnalati all’Oms. «Il 60% di tutti i casi finora è stato registrato solo nell’ultimo mese. Nell’ultima settimana, il numero di nuovi casi ha superato i 160.000 in ogni singolo giorno». Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha cominciato così la conferenza stampa di rito a Ginevra. Approfittando anche per ribadire che le misure singole da sole non possono funzionare senza quell’approccio globale di cui dall’inizio della pandemia l’Oms si fa ambasciatrice.
Ghebreyesus ha inoltre portato come esempio virtuoso i due Paesi che a marzo risultavano i più colpiti e ora stanno risanando sempre più. «A marzo, l’Italia e la Spagna erano l’epicentro della pandemia di Covid-19 – ha ricordato -. Al culmine della loro epidemia, la Spagna registrava quasi 10.000 casi al giorno e l’Italia più di 6.500. Entrambi i Paesi hanno riportato la situazione sotto controllo con una combinazione di leadership, umiltà, partecipazione attiva di ogni membro della società e un approccio globale. Entrambi i Paesi hanno affrontato una situazione scoraggiante, ma l’hanno capovolta».
Una lezione, secondo il dg, che dimostra come ogni situazione possa essere ribaltata con l’approccio giusto. «Tuttavia – ha proseguito – siamo preoccupati per il fatto che alcuni Paesi non abbiano utilizzato tutti gli strumenti a loro disposizione, adottando invece un approccio frammentato. Questi Paesi hanno davanti a loro una strada lunga e difficile. Gli Stati che dispongono di sistemi per applicare un approccio globale dovrebbero essere in grado di contenere le riacutizzazioni a livello locale ed evitare di reintrodurre restrizioni diffuse».
Infine una rassicurazione sul nuovo virus cinese di cui si è parlato nei giorni scorsi. «Il virus con potenziale pandemico individuato in Cina non è un nuovo virus – ha chiarito Mike Ryan, capo del programma per le emergenze sanitarie Oms – ma è sotto sorveglianza dal 2011, grazie a quanto osservato dalla rete globale sull’influenza». Nonostante la pubblicazione sia recente «è frutto proprio delle osservazioni e dei dati raccolti dalla rete di sorveglianza globale sull’influenza in questi anni e mostra l’importanza vitale di questo sistema, che tiene sotto costante controllo molti virus con potenziale pandemico, un controllo che proseguirà nel tempo».
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