L’Alabama ha adottato la legge più restrittiva d’America sull’aborto, vietato anche in caso di stupro, e il tema è entrato a pieno titolo nella campagna elettorale per le elezioni del 2020
L’Alabama ha adottato la legge più restrittiva d’America sull’aborto, definendolo un reato anche in caso di stupro e consentendo l’interruzione di gravidanza solo se necessaria a tutelare la salute della madre. I medici che la praticano rischiano fino a 99 anni di carcere, chi tenta di far abortire una donna fino a 10 anni.
A Montgomery, la capitale dello stato americano, centinaia di persone sono scese in piazza e hanno protestato contro la norma in lunghi cortei e manifestazioni accompagnati da cori e slogan. “My body, my choice” è stato senz’altro il più cantato. Ma simili proteste si sono registrate anche nelle città dell’Alabama di Birmingham e Huntsville.
L’Alabama ha ottenuto il primato per aver adottato la normativa più severa, ma non è l’unico stato americano ad essere intervenuto sul tema negli ultimi mesi. Anche Kentucky, Mississippi, Ohio e Georgia hanno vietato l’aborto dal momento in cui è possibile rilevare il battito cardiaco del feto. Cosa che può avvenire anche alla sesta settimana di gravidanza.
Una ventata conservatrice che entra a pieno titolo nella campagna elettorale per le presidenziali del 2020. I democratici promettono di dar battaglia ai provvedimenti anche dinanzi alla Corte Suprema dove, tuttavia, la maggioranza conservatrice potrebbe non assicurare una vittoria così scontata. E non è escluso che sia proprio questo l’obiettivo di chi vuole vietare l’aborto in tutti gli Stati Uniti: basterebbe una sentenza della Corte Suprema a favore dei provvedimenti contro l’aborto per ribaltare completamente l’attuale legislazione.
I conservatori, dal canto loro, si stanno dividendo sul tema, ma la maggior parte segue le orme del suo presidente. Anche Donald Trump ha infatti preso le distanze dal provvedimento dell’Alabama, sottolineando in una serie di tweet la sua posizione “Pro life” ma al contempo favorevole all’aborto in caso di stupro o incesto. «La stessa posizione di Ronald Reagan», ha scritto. Per gli analisti si tratta di una mossa meramente politica, volta a placare gli animi dei conservatori più moderati, preoccupati dalla svolta estremista che alcuni Stati stanno prendendo su tematiche così delicate ma al contempo viscerali per l’opinione pubblica. Anche perché dagli ultimi sondaggi risulta che due terzi degli americani siano favorevoli al mantenimento dell’aborto legale.
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