«I professionisti sanitari sono preposti a garantire la salute pubblica e lo fanno spesso in zone e in condizioni disagiate. Dobbiamo tutelarli 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno» così a Sanità Informazione il neo Sottosegretario alla Salute Luca Coletto
«Innovare, ristrutturare e tutelare un sistema sanitario nazionale che è il migliore al mondo e dà tutto a tutti senza distinzioni di censo». Ha le idee chiarissime Luca Coletto, nominato Sottosegretario alla Salute dal premier Conte lo scorso 28 novembre. Sostituisce Maurizio Fugatti, nel frattempo diventato Presidente della Provincia autonoma di Trento.
Coletto, esponente della Lega,ha maturato una lunga esperienza nel settore come Assessore della Sanità della Regione Veneto, un incarico che ricopre dal 2010; inoltre, è anche dal 2016 presidente di Agenas (Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali).
Qualità delle cure e dei servizi offerti ai cittadini, lotta agli sprechi, innovazione: il neo Sottosegretario ha definito ai nostri microfoni quali sono le priorità da cui partire per costruire una sanità migliore e come arginare il drammatico fenomeno delle aggressioni a medici e operatori sanitari.
Sottosegretario Coletto, continua il suo impegno nella sanità con questa nuova nomina. Quali saranno le sue priorità?
«Le priorità sono quelle di sempre: tutelare un sistema sanitario nazionale che è il migliore al mondo, un sistema sanitario su base universale che dà tutto a tutti senza distinzioni di censo, come purtroppo accadeva in passato. Per fare questo, bisogna innovare e ristrutturare un sistema che deve essere adeguato a quelli che sono i tempi e le esigenze dei territori. Ci sarà da lavorare, istituire nuovi protocolli e fare nuove intese con le Regioni, che sono i capisaldi operativi, per quanto ci riguarda, che erogano sanità e buona salute e che seguono in maniera attenta i nostri cittadini e i pazienti».
Tra i tanti problemi della sanità italiana c’è quello delle aggressioni ai medici. Una settimana fa una dottoressa a Crotone è stata aggredita dai familiari di un paziente. Cosa si può fare per contrastare questo fenomeno?
«Questi sono brutti segnali, decisamente, segnali di una civiltà che non ha rispetto soprattutto per chi è destinato a curare ed erogare salute, a curare i pazienti. Noi siamo già intervenuti nella mia regione cercando di fornire ai medici ospedalieri la massima sorveglianza e il massimo sostegno, con la presenza di guardie giurate e altre iniziative. Certo è che soprattutto i medici che seguono l’emergenza devono essere tutelati 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno visto e considerato che loro sono preposti a tutelare la salute pubblica».
Molti chiedono l’equiparazione tra pubblico ufficiale e medico. Lei cosa ne pensa?
«Penso che questa sia una questione secondaria. La garanzia e la sicurezza devono essere al di sopra dei titoli che vengono dati. Dobbiamo ricercare la collaborazione, la sinergia con le istituzioni a copertura e a garanzia dei medici che spesso si trovano in zone e in condizioni disagiate a dover garantire la salute pubblica».