La presidente della Federazione Nazionale degli Infermieri (FNOPI) Barbara Mangiacavalli apre anche sulla Manovra in discussione in Parlamento: «Confidiamo nel fatto che quanto promesso dal Ministro della Salute si realizzi»
Semaforo verde da parte della categoria degli infermieri al nuovo Patto per la Salute. «Per ora l’Associazione nazionale degli infermieri lo sostiene fortemente» conferma la presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli a margine del convegno “La tutela della salute materno – infantile” organizzato a Roma presso il Senato della Repubblica. «Un Patto che troviamo innovativo, che apre soprattutto al territorio».
L’iter di approvazione del nuovo Patto della Salute 2019/2021 è attualmente in corso. Proprio nella giornata di mercoledì 20 novembre si è riunito il tavolo tecnico del Ministero della Salute per continuare il lavoro di sintesi tra le richieste delle Regioni e le possibilità del Ministero. Un lavoro che dovrebbe trovarsi nelle sue fasi finali, come anche suggerito dalle parole del Ministro della Salute Roberto Speranza rispondendo al question time della Camera.
Secondo la FNOPI il testo presenta un passo in avanti rispetto agli indirizzi del passato. «Ricordo che il Patto attualmente in corso, quello 2016/2018, – spiega la Mangiacavalli – mentre ha lavorato molto in azioni concrete, rispetto a tutto quello che è la rete ospedaliera, è rimasto abbastanza incompiuto per quanto riguarda tutto lo sviluppo della rete territoriale. Questa attuale bozza rinforza e da vigore allo sviluppo anche di modelli innovativi su tutta la parte territoriale».
Gli infermieri ripongono speranze anche riguardo la Manovra 2020. «Confidiamo nel fatto che quanto promesso dal Ministro della Salute si realizzi. La sanità – continua la presidente FNOPI – non merita più di essere il bancomat del Paese. Anzi, merita che venga mantenuto e accresciuto il Fondo sanitario nazionale per affrontare le nuove sfide e i nuovi bisogni di salute che si stanno facendo avanti nel nostro Paese e che hanno bisogno anche di risposte. Non solo dal punto di vista della ricerca farmacologica che è fondamentale e della ricerca tecnologica altrettanto fondamentale, c’è la necessità di risposte innovative sui modelli e sulle competenze professionali».