Per la seconda volta da quando è scoppiata l’epidemia legata all’Hiv, il virus che causa l’Aids, un paziente a Londra sembrerebbe essere stato curato dall’infezione: lo riporta la rivista scientifica Nature
«Tutti credevano, dopo il paziente di Berlino, che fosse quasi necessario morire per curare l’Hiv, ma ora forse non occorre. Penso che questo cambi un po’ le cose». Così Ravindra Gupta, virologo all’University College di Londra, ha commentato sul Daily Nation lo studio sul secondo paziente al mondo con Hiv-1 che ha raggiunto la remissione completa dopo un trapianto di cellule staminali.
Nel caso del paziente di Londra, il trapianto ha eliminato il linfoma senza effetti collaterali dannosi. E le cellule immunitarie trapiantate, ora resistenti all’Hiv, sembrano avere sostituito le sue cellule vulnerabili. Risultato? L’uomo è in remissione da 18 mesi.
«Sento un senso di responsabilità per aiutare i medici a capire come tutto questo sia accaduto, per poter far progredire la scienza – ha scritto ancora Gupta –. Non avrei mai pensato che poteva esserci una cura durante la mia vita». Avendo ottenuto «la remissione in un secondo paziente utilizzando un approccio simile, abbiamo dimostrato che il paziente di Berlino non era un’anomalia e che sono stati proprio i trattamenti ad aver eliminato l’Hiv in queste due persone».
I ricercatori avvertono però che questo approccio non è appropriato come trattamento standard per l’Hiv, a causa della tossicità della chemioterapia, ma offre una speranza per nuove strategie di trattamento che potrebbero eliminare del tutto il virus. «Continuando la nostra ricerca, dobbiamo capire se possiamo mettere fuori uso questo recettore nelle persone con Hiv, il che potrebbe essere possibile con la terapia genica», ha aggiunto Gupta.
Secondo il co-autore Ian Gabriel dell’Imperial College Healthcare Nhs Trust, il trattamento impiegato per il paziente di Londra «è diverso da quello usato per il paziente di Berlino, perché non prevedeva la radioterapia: la sua efficacia sottolinea l’importanza di sviluppare nuove strategie basate sulla prevenzione dell’espressione di CCR5». «Se è troppo presto per dire con certezza che il nostro paziente è ora guarito dall’Hiv, e i medici continueranno a monitorare le sue condizioni, l’apparente successo del trapianto di cellule staminali ematopoietiche offre una speranza nella ricerca di una cura tanto attesa per l’Hiv/Aids», ha concluso Eduardo Olavarria dell’Imperial College Healthcare Nhs Trust.