Le Nazioni Unite e le agenzie internazionali chiedono agli Stati di intervenire per invertire la rotta di quella che si preannuncia una crisi disastrosa
Stiamo per affrontare una crisi dagli effetti potenzialmente disastrosi. 10 milioni di morti l’anno, danni economici catastrofici assimilabili alla crisi finanziaria del 2008 e 24 milioni di persone che, entro il 2030, cadranno in condizioni di povertà estrema. La causa di tutto questo? L’antimicrobico resistenza.
È quanto emerge da un nuovo rapporto “Non c’è tempo da perdere” pubblicato dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sull’antimicrobico resistenza che, insieme a tutta l’ONU e alle agenzie internazionali, chiede un intervento «immediato, coordinato e ambizioso» per invertire la rotta.
«Riconoscendo l’interconnessione che lega uomini, animali, cibo e salute dell’ambiente – scrive l’Organizzazione Mondiale della Sanità in una nota – è necessario un approccio “One Health”. Il rapporto chiede quindi agli Stati di rendere prioritari i piani d’azione nazionali per aumentare gli sforzi finanziari e le conoscenze sul tema; di prevedere sistemi regolatori più rigidi e supportare un utilizzo più responsabile e prudente degli antimicrobici da parte dei professionisti che si occupano della salute degli uomini, degli animali e del pianeta; di investire in ricerche ambiziose e nello sviluppo di nuove tecnologie per combattere l’antimicrobico resistenza; di non utilizzare più antimicrobici particolarmente importante per favorire la crescita delle piante in agricoltura».
«Ad oggi, almeno 700mila persone muoiono ogni anno a causa di batteri che resistono ai farmaci – continua l’OMS -. Sempre più malattie comuni, come infezioni respiratorie, sessualmente trasmissibili o del tratto urinario, sono incurabili. Molte procedure mediche che salvano la vita stanno diventando più rischiose ed i nostri sistemi alimentari sono sempre più precari».
«L’antimicrobico resistenza è una delle principali minacce che la comunità globale deve affrontare – commenta Amina Mohammed, vicesegretario generale delle Nazioni Unite -. Questo rapporto riflette la profonda necessità di intervenire per fermarne la crescita e proteggere un secolo di progressi ottenuti nel campo della salute. Non c’è altro tempo da perdere».
«Siamo ad un punto critico e dobbiamo proteggere alcuni dei medicinali più essenziali che abbiamo – aggiunge Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS -. Le raccomandazioni concrete contenute da questo rapporto possono salvare migliaia di vite ogni anno».
«Gli antimicrobici sono necessari per salvaguardare la produzione, la sicurezza ed il commercio degli alimenti – conclude José Graziano da Silva, direttore generale della FAO (Food and Agriculture Organization) -, oltre alla salute umana ed animale. Gli Stati devono quindi prevedere sistemi alimentari e pratiche agricole sostenibili che riducano il rischio di resistenza antimicrobica per promuovere strade alternative percorribili».