Permessi, ferie, assenze e tutele sono alcuni dei capitoli della ‘scaletta delle disposizioni’ presentata dall’Agenzia. Obiettivo: identificare il perimetro di discussione e le novità legislative da inserire nel nuovo contratto per il comparto sanità
Una ‘scaletta delle disposizioni’. È quanto presentato dall’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) ai rappresentanti sindacali che hanno partecipato all’incontro dello scorso 10 novembre presso la sede dell’Agenzia a Roma. Oggetto: il rinnovo del contratto del comparto sanità. Inizia a prendere forma quindi la trattativa che, nei prossimi mesi, dovrebbe portare alla firma del nuovo contratto nazionale. Dopo l’approvazione del nuovo atto di indirizzo, nel corso dell’incontro Aran e sindacati hanno discusso degli istituti del rapporto di lavoro proposti nel documento: uno scheletro dei temi che riguardano la vita lavorativa dell’operatore sanitario, dal momento in cui firma il contratto fino alla sua conclusione, intorno ai quali si snoderà la trattativa: periodo di prova, permessi orari e giornalieri, ferie, assenze per malattie e congedi, così come il diritto allo studio e la tutela dei dipendenti in particolari condizioni psicofisiche. Ancora niente sull’aspetto economico, quindi, per il quale si attende la definizione delle risorse nella Legge di Bilancio.
Oltre all’«ossatura e l’indice degli argomenti da inserire nel nuovo articolato contrattuale», l’Aran, come evidenziato da Fp Cgil in una nota, «ha dichiarato l’intenzione di procedere in una direzione di un’omogeneizzazione degli istituti in essere fra i vari contratti», cui il sindacato ha risposto sottolineando «la necessità imprescindibile che il nuovo impianto mantenga e apprezzi ulteriormente le specificità del comparto sanità».
Aggiornato al prossimo 20 novembre, il tavolo dovrà trovare un compromesso tra i diversi interessi in gioco e sanare otto anni di vuoto contrattuale che hanno impedito alle più recenti novità legislative di essere presenti e riconosciute nel contratto dei sanitari. È proprio questo il primo obiettivo che la ‘scaletta’ (pubblicata da Quotidiano Sanità) intende centrare: elencare gli istituti già presenti nei CCNL ed evidenziare, nel contempo, gli aggiornamenti necessari per rendere il contratto in linea con la legge. Le Unioni Civili, ad esempio, per le quali dovranno essere previste «disposizioni particolari per l’applicazione della legge 76 del 2016». Allo stesso modo, l’Aran sottolinea che il nuovo testo dovrà adeguarsi al divieto di monetizzazione delle ferie e alle nuove disposizioni legislative in materia di trasferta sul tema del rientro dalle ferie per motivi di servizio.
Introdotto poi «l’esonero del periodo di prova per i dipendenti che lo abbiano già superato nel medesimo profilo professionale oppure in un profilo corrispondente». Vanno inoltre aggiornati «i riferimenti al sistema classificatorio» e previsto «il diritto del dipendente alla conservazione del posto senza retribuzione anziché l’aspettativa attualmente prevista nell’amministrazione di provenienza durante il periodo di prova presso un’altra amministrazione dello stesso o di altro comparto».
Nel 2015 è stata poi introdotta la possibilità che un dipendente ceda giorni di ferie ad un altro lavoratore. Il nuovo istituto deve essere disciplinato dalla contrattazione collettiva, che quindi dovrà non solo prevedere la possibilità di cessione delle ferie, ma specificare anche le modalità di attuazione e definire «una specifica procedura che garantisca l’anonimato sia del lavoratore beneficiario che di coloro che effettuano la cessione».
Entrando nel capitolo dei permessi, la scaletta conferma la presenza degli 8 giorni di permesso retribuito per la partecipazione a concorsi od esami, dei 3 giorni in caso di lutto e dei 15 giorni per matrimonio, e suggerisce l’introduzione della «quantificazione oraria dei permessi retribuiti per particolari motivi personali o familiari». Viene anche sottolineata la necessità di «individuare modalità di fruizione dei permessi» anche «per il tempo parziale». Per quanto riguarda i permessi previsti da specifiche disposizioni di legge (come la 104) «sembra opportuno – si legge nel documento – stabilire anche la possibilità di una programmazione mensile della fruizione degli stessi». Come riportato da Nurse 24, sul tema dei permessi i sindacati hanno richiesto, ricevendo l’ok dell’Aran, che tutti i permessi concessi ai lavoratori a tempo indeterminato costituiscano un diritto anche per i lavoratori a tempo determinato. Almeno da questo punto di vista, i sindacati chiedono che i due contratti siano paritari.
Costituiscono una novità, infine, le «assenze dal servizio per l’espletamento di visite, terapie, prestazioni specialistiche od esami diagnostici», che dovrebbero avere un preavviso di tre giorni (tranne in caso di urgenza o necessità) e che in ogni caso non possono «superare la metà dell’orario di lavoro che il lavoratore dovrebbe osservare nella giornata in cui intende assentarsi», pena il conteggio dell’intera giornata di assenza. Tali permessi non possono inoltre «essere cumulati, nell’arco della medesima giornata, con altre tipologie di permesso». In ogni caso dovrebbe essere prevista la possibilità «di fruire alternativamente a questi permessi», ma per le medesime finalità, «dei permessi brevi a recupero, dei permessi per motivi familiari e personali, banca delle ore nonché dei riposi compensativi per gli straordinari».